ROMA – Sui soldi alla politica Beppe Grillo ed M5S hanno ragione. Punto e anche punto e a capo. Hanno ragione e basta e si potrebbe finirla qui. Ad essere più precisi hanno ragione qui e adesso. Sui soldi alla politica qui e adesso Beppe Grillo ed M5S sono assolutamente contemporanei. In time con una politica che ha abusato, straviziato, corrotto se stessa e la società con i soldi pubblici. E, quando anche non ha accaparrato denaro per altri fini, hanno ragione con una politica che ha abdicato ad ogni altra sostanziale funzione che maneggiare e distribuire quattrini. Fatale che se le cose stanno così molto pubblico denaro resti attaccato, appiccicato alle mani di chi lo maneggia e lo distribuisce.
Sui soldi alla politica qui e ora Beppe Grillo ed M5S hanno ragione e hanno torto, chi più chi meno, tutti gli altri. Non solo gli arraffa-arraffa documentati e patentati. Anche i conservatori opportunisti del “come è sempre andata e non può non andare”. Anche quelli che, a ragione in un altro qui e in un altro ora, fanno osservare che soldi pubblici, pochi e controllati, alla politica fanno bene alla democrazia e alla società. Anche i cauti riformatori hanno torto: Letta con il suo taglio al finanziamento dei partiti (e solo dal 2017) spacciato per abolizione. E anche Renzi già lento dopo una partenza fulminante: che fine ha fatto la fine dei rimborsi ai gruppi consiliari delle Regioni?
Sui soldi alla politica…su tutto il resto, su quasi tutto il resto Beppe Grillo ed M5S non è detto che abbiamo torto ma di certo non hanno nulla a che fare con la ragione. Su quasi tutto il resto, forse proprio su tutto il resto, la cultura nota ed esibita di Beppe Grillo e di M5S è una cultura ferocemente diffidente e apertamente ostile alla ragione. Una cultura classicamente medioevale.
Medioevale, il che non è necessariamente un disvalore. Medioevale è quel che è, o meglio quel che si intende con questa aggettivazione para-storica. Si intende un’era, più un habitat culturale che un preciso calendario, tra la razionalità greco-classico-romana e la razionalità scientifica dal Rinascimento all’Illuminismo arrivando fino alle tecnologie contemporanee. Insomma un qualcosa tra Platone, Socrate, Aristotele, Lucrezio, Virgilio, Seneca e poi Leonardo Da Vinci, Cartesio, Newton, Spinoza, Kant, Marconi, Fermi, Einstein. Quel qualcosa in mezzo lo chiamiamo genericamente medioevo.
Qualcosa in mezzo perché della razionalità classica, del principio di non contraddizione, della logica formale, della concettualizzazione, della dialettica maiuetica (che non vuol dire litigare come da vocabolario talk-show) fa a meno. Come fa a meno, anzi diffida delle verifica empirica, del laboratorio, della scienza sperimentale, degli scienziati. Fa a meno del dubbio verso se stessi, anzi lo giudica criminale. Fa a meno della competenza, che bolla come prova di partecipazione ad oscuro complotto. Fa a meno quindi di ogni delega di competenza. Una sola delega riconosce e rispetta: quella nelle arti magiche. Questo, alla grossa, il pensiero magico-religioso del medioevo. Ricco anche di arte e sapienza, ma sempre genuinamente e rigorosamente pensiero magico-religioso.
A queste caratteristiche medioevali corrisponde come goccia d’acqua oggi certo diffuso pensiero su Stamina (se è cura o no lo si decide come si decideva se era strega o no, in piazza, a volontà di popolo e magari dopo infuocata predica). O sulle scie chimiche in cielo (manifestazione di maligne forze oscure). O sulla sperimentazione animale per i farmaci (stregoneria di malvagi, quando basterebbero i salassi per guarire). O comunque su ogni possibile e immaginabile questione (dai terremoti all’euro passando per le previsioni del tempo e quelle sulla serie A) il pensiero contemporaneo che si va diffondendo e facendo forte è quello, tipicamente medioevale, secondo la quale ogni competenza scientifica nasconde sopruso e inganno. E, ultimo ma non ultimo, attentato alla bontà “naturale” delle cose.
Di nuovo rispetto al pensiero medioevale classico c’è la protervia dell’individuo che mai si dichiara, tanto meno si sente, incompetente su qualcosa. Una follia perniciosa che portata alle sue estreme ma ovvie conseguenze, arriverebbe perfino a rimettere in discussione la divisione del lavoro. In vista di una ritrovata società di cacciatori-raccoglitori? Ovviamente nessuno neanche si sogna una cosa del genere, ma attenti. Se la crescita economica procura danno, se solo la decrescita può essere “felice”, se le scienze e tecniche sono inganno e affare a danno dei deboli, se ogni Stato è ostacolo, fardello se non oppressione e rapina, se questo e altro consimile non siamo certo ai raccoglitori-cacciatori ma siamo a tutto titolo dentro l’avversione e il contrasto alla società razional-scientifico-industriale. Siamo di nuovo al pensiero magico-religioso.
A questo punto due domande legittime. La prima: e che male c’è nel pensiero magico-religioso? Nulla, non fosse che il pensiero magico-religioso è per sua natura intollerante e violento. Intollerante verso ogni altro pensiero e violento chi lo pratica, magari “per il suo bene”. Intolleranza e violenza: ci sono tutte anche nel pensiero magico-religioso odierno, molto odierno.
Seconda domanda: e che c’entra con questo M5S? Poco, abbastanza poco se si parla dell’elettorato M5S che è così vasto da comprendere quote di ogni genere di pensiero. Qualcosa, più di qualcosa se si parla del MoVimento organizzato in forza politica che quasi sempre per emblematica inerzia si trova sulla stessa lunghezza d’onda, questione per questione, con il pensiero magico-religioso. Molto, anzi troppo se si parla dell’area militante o autonominatasi militante del pensiero a Cinque Stelle. Quella, per intenderci, che ama esprimersi per via di post nella Rete.
Quelli che “sei pagato, sei al soldo dei potenti bugiardi”. E puoi anche mostrargli che non prendi un euro non c’è e non c’è mai stato un euro di sovvenzione pubblica o privata. Quelli non solo non ci credono, proprio non lo concepiscono che uno “non sia al soldo”. Certezza che nasce talvolta, talvolta spesso, anche dalla loro privata e personale esperienza: hanno sempre visto “essere al soldo”, talvolta anche a caso loro. E ne hanno dedotto che così non possa che essere.
Quelli che insultano, minacciano, offendono, invocano per te punizioni e umiliazioni corporali. Quelli che se vedono due, tre, quattro opinioni diverse in una stessa testata, tra cui la loro opinione, gridano allo scandalo perché ce n’è pure qualcuna d’altra d’opinione. Quelli del “tritolo ai politici” e del “meglio morivi tu che due topolini”. Quelli, sì insomma quelli. E ogni riferimento a chi si senta chiamato in causa è voluto.
Scriveva Norman Cohn (tra un po’ vedremo chi è) “Esiste un universo sotterraneo dove fantasie patologiche, camuffate da idee, vengono rimuginate…ci sono momenti in cui questo universo sotterraneo emerge dalle profondità e di colpo stordisce, affascina e cattura una moltitudine di persone generalmente sane di mente e coscienziose, sino a spingerle ad abbandonare ogni ragione e senso di responsabilità. Di tanto in tanto può capitare che questo mondo sotterraneo irrompa sulla scena politica e intervenga a mutare il corso della storia…”.
Sta già succedendo: se uno all’incrocio comincia a mandare a “vaffa” tutti quelli che passano nessuno si sogna di dire che lui è “il popolo dell’incrocio”. Se uno o anche due al supermercato si mettono a dire che è tutto cibo truccato, nessuno titola sul “popolo del market”. Se dieci, cento, mille sulla Rete postano la loro ossessiva psicopatologia, quasi tutti salutano “il popolo del web”.
Sta già succedendo e non è il “fascismo terzo millennio“. Quello serio e vero, non quello dei neo fascisti e neo nazisti alla Forza Nuova o Alba Dorata. No, non questo fascismo di risulta e del passato. Non è neanche il fascismo quello di massa, popolare e di popolo come potrebbe essere il fascismo, o se preferite la stanchezza della democrazia all’inizio del primo secolo del terzo millennio. No, non è fascismo. E neanche autoritarismo. E neanche populismo. E neanche squadrismo, al massimo bullismo. Tutte queste pessime e improprie definizioni che si danno del pensiero magico. Al contrario: quando un popolo, una comunità fiutano la scienza e la competenza come odoranti dello zolfo del maligno, allora è Medioevo. Questione di civiltà, non di politica. Magari fosse politica.
Dimenticavo: Norman Cohn è l’autore di Licenza per un genocidio, il libro dove lo storico, il vero storico racconta il lungo viaggio del mito del “complotto ebraico”, un viaggio che parte dal secondo secolo dopo cristo e arriva al “Protocolli dei savi anziani di Sion”, l’invenzione che affascina milioni e milioni di menti. Invenzione senza alcun fondamento nella storia ma con profondi agganci nella psiche dell’uomo magico-religioso.
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