ROMA – La prima a scriverne sul Sole 24 Ore di martedì 13 agosto, prima che fosse resa pubblica la “nota” di Napolitano, è stata Donatella Stasio. Poi della cosa si è accorto il Corriere della Sera che il giorno dopo pubblica un articolo siglato D. Mart. dal titolo chiaro: “L’affidamento ai servizi sociali. Strada (ad ostacoli) verso l’agibilità”. Sempre Donatella Stasio torna sul tema ancora sul Sole 24 Ore con altro articolo dal titolo secco: “Affidamento più efficace della grazia”. E il cerchio si chiude con l’articolo sullo stesso quotidiano di Stefano Folli dove si legge: “Fra le righe il presidente Napolitano sembra suggerire a Berlusconi di accettare l’affidamento ai servizi sociali. Per meglio dire gli suggerisce di avere fiducia e di avviarsi lungo un percorso virtuoso per un periodo, circa un anno, in cui dovrà scontare la pena”.
La via dell’affidamento ai servizi sociali che porta dopo una decina e non una dozzina di mesi Berlusconi a vedersi “estinta la pena detentiva e ogni altro effetto penale” (testo di legge) in caso di esito positivo dell’affidamento in prova. L’hanno vista e indicata questa via Il Sole 24 Ore, il Corriere della Sera e soprattutto il Quirinale. Gli altri, quotidiani, televisioni e forze politiche, a partire da Grillo per atterrare al Tg5, dormono o vagano come sonnambuli dietro il fantoccio della grazia.
Come si imbocca questa via? In un solo modo: con Berlusconi che fa penitenza e chiede l’affidamento ai servizi sociali in prova, chiede di scontare così l’anno di pena. Fa penitenza non certo perché se lo facesse dovrebbe per una decina di mesi prestarsi a qualcosa di socialmente utile, Berlusconi sarebbe perfettamente in grado di trasformare questa “afflizione” in fatto mediatico e politico e poi, diciamolo, tanto fastidioso non sarebbe il servizio sociale assegnatogli. Penitenza però perché la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali da parte di Berlusconi avrebbe il valore esplicito e pubblico di una legittimazione della sentenza anche e soprattutto da parte di chi ne nega la legittimità. Da quel momento il Pdl potrebbe dire sentenza ingiusta a suo parere, ma non potrebbe più dire sentenza da rovesciare, da non eseguire, sentenza anti democratica e complottarda. E’ questa la penitenza politica, ed è grossa penitenza per un partito e per un uomo che da 20 anni praticano e predicano che chi vince alle elezioni fa ed è la legge.
Fatta penitenza, Berlusconi comincia quindi a scontare la pena. E qui possiamo immaginare, lo immagina chiunque non sia cieco di razionalità e orbo di neuroni, che la sopravvenuta condizione di condannato che sta scontando la pena muta i termini della discussione parlamentare sulla decadenza da senatore. Da reprobo e rivoltoso contro la giustizia in quel caso Berlusconi diventa un condannato che sconta, che “sta in prova”. In questo contesto e configurazione, nella patria delle mille e tutte autentiche interpretazioni del diritto, non sarebbe difficilissimo tirarla in lungo questa storia della decadenza. In lungo diciamo per una decina di mesi. E nel frattempo chi non la tira in lungo si assume la responsabilità della crisi di governo “fatale” come da battesimo del Quirinale?
In quei dieci mesi da “affidato in prova” Berlusconi può fare tutta l’attività politica che spetta e tocca ad un leder di partito, nessuno gli negherà riunioni e strumenti. E alla fine di quei dieci mesi? Berlusconi che ha fatto penitenza e ha “fatto il buono” resta non candidabile alle elezioni a termini di legge? Sentite il suo avvocato Franco Coppi, alla domanda se l’esito positivo della prova, esito sancito da un magistrato, comporta la sospensione degli effetti penali sulla decadenza e incandidabilità così risponde: “Questa è una soluzione che andrà studiata con molta attenzione perché c’è tutta una serie di problemi giuridici in relazione a questa possibilità. Tutto dipende se questa benedetta decadenza va considerata effetto penale”. Intervista di Coppi al Corriere della Sera. In contemporanea, giurisprudenza alla mano, Donatella Stasio fa osservare che per “pena detentiva e ogni altro effetto penale” che si estinguono in caso di superamento positivo dell’affidamento in prova si tende ad interpretare in maniera larghissima se non onnicomprensiva. L’avvocato Coppi lo sa, la strada dell’affidamento, della penitenza che porta al premio la vede anche lui. Il premio è il ritorno alla candidabilità di Berlusconi alle elezioni, Coppi che è persona di mondo sa che non è il caso di sventolarlo oggi accanto alla penitenza, meglio per la causa di Berlusconi non farlo vedere, il premio.
Ma il premio c’è così come c’è la strada per arrivarci: se si “estinguono la pena ed ogni altro effetto penale, si estingue anche la non candidabilità. Per quanto poteva, Napolitano ha fatto capire mettendolo per iscritto che anche lui la vede proprio così: “il futuro politico di Berlusconi nelle forme di legge”. E sta, stanno nelle forme di legge la penitenza e poi il premio. Nessun trucco e nessun favore. Certo, non tutto è spianato nella strada penitenza-premio. Berlusconi è convinto, si convincerà mai a “prendere atto” della sentenza e ad esporsi di qui alla fine dei suoi giorni politici alla pubblica constatazione e non più contestazione del suo essere un truffatore riconosciuto con buona sentenza, truffatore di soldi pubblici ai danni dello Stato mentre era presidente del Consiglio? Questa è la prima vera grossa incognita sula strada.
Non quella invece dell’arrivo della pena accessoria, l’interdizione dai pubblici uffici. Anche questa farebbe parte di ciò che si estingue con l’esito positivo della messa in prova. Al contrario vero altro macigno, ponte sospeso che potrebbe crollare sulla strada penitenza-premio è il Berlusconi eventualmente gravato da altre sentenze definitive (caso Ruby). Ma a quel punto forse i dieci mesi saranno passati, il governo Letta sarà sicuro di scadere e cadere nel 2015, e comunque tra dieci mesi…beato chi ci arriva. Una politica e un’opinione pubblica italiane che guardano oltre i prossimi dieci giorni sono più rare della classica mosca bianca, figurarsi più di dieci mesi.
Strada tosta ma strada quella della penitenza-premio. La grazia è invece un miraggio: molto difficile che possa essere concessa, comporta lo stesso prezzo politico da pagare da parte di Berlusconi e non è per nulla detto che “estingua” ogni “effetto penale”, anzi. Eppure son tutti o quasi ad abbaiare alla grazia come i cani alla luna o a mendicar grazia dopo che esigerla la grazia a nulla è servito. E allora, se va avanti la strada penitenza-premio, dove porta e cosa comporta?
Comporta che Berlusconi Silvio condannato in via definitiva sconta la condanna come accadrebbe ad ogni cittadino e che la pretesa di Silvio Berlusconi e del suo partito di una “legge” speciale per chi è votato da tanti elettori viene sconfitta e cassata. E questa è buona cosa, minima sì, ma non era per nulla scontata. Comporta poi che Silvio Berlusconi non viene “espulso” dalle elezioni. E anche questa è buona cosa, soprattutto per i suoi avversari e competitori, purché ragionino. Se sta dentro le le elezioni non ha l’aureola e il balcone del martire, cioè non ha una parte notevole della sua identità politica e campagna elettorale. Peccato per chi la notte non ci dorme e ne ha fatto un’ossessione di Berlusconi in manette. Peggio anche per le varie Santanché d’Italia che Berlusconi in carcere lo hanno inventato e spacciato (non ci andrà, non ci può e non ci deve andare a termini di legge così come ogni altro italiano condannato alla sua medesima pena).
Comporta ancora che il governo Letta, il governo Pdl-Pd, se non si suicida sull’Imu o affini dura, fino al 2015. E questo non è facile dire se è buona o cattiva cosa. Potrebbe essere il governo che aggancia, aiuta, coincide con un po’ di ripresa economica. oppure anche il governo che si illude e illude che stando fermi la ripresa economica arriva e ti prende a bordo, il governo della grande illusione. Ma a dar giudizio su questo si comincia a camminare su altra via, altra dalla strada penitenza-premio. Che qualcuno competente e razionale ha visto e suggerito e qualcuno solo attento se ne è accorto. Nel nostro piccolo anche noi come da articolo: Berlusconi candidato si può, basta ammetta di esser ladro” pubblicato su questo sito il 13 agosto alle 12,57, un po’ prima che Napolitano facesse sapere.
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