ROMA – Notizia numero uno, letta sul Corriere della Sera a pagina due: Gianni Cuperlo, meno di un anno fa niente meno che candidato, sia pur sconfitto, alle primarie per la segreteria del Pd, che dichiara “Bisogna valutare l’ipotesi di uscita dall’euro”. La notizia numero uno non finisce qui, si aggiunge Stefano Fassina, il più fiero oppositore di Matteo Renzi nel Pd e soprattutto l’oppositore a suo esplicito dire in nome e per conto della “vera sinistra”. Si aggiunge Stefano Fassina che scrive: “Senza un radicale cambiamento di rotta, dobbiamo costruire le condizioni per un superamento cooperativo dell’euro”. Qualunque cosa significhi “superamento cooperativo”, la notizia numero uno è chiara: la sinistra Pd ai suoi massimi livelli “valuta l’ipotesi” e “deve costruire le condizioni” perché l’Italia esca dall’euro o l’euro esca dall’Italia. Non si diceva così una volta, ai cari vecchi tempi, della Nato? Fuori l’Italia dalla Nato, fuori la Nato dall’Italia…Lo slogan suona ancora, lo si può riciclare: Fuori l’euro dall’Italia, fuori l’Italia dall’euro.
Corollario alla notizia numero uno, letto su la Stampa: Stefano Fassina quella cosina del “superamento cooperativo dell’euro” l’ha scritta su Il Foglio. Cooperativo? Forse allude all’andarsene senza litigare. Con chi cooperare e non litigare mentre si “supera l’euro”? Con l’Europa, la Germania, i mercati? O vuol dire andarsene tutti insieme? Chissà che cosa fine e intellettuale c’è dentro l’aggettivo “cooperativo” che smussa, incarta, imburra il freddo sostantivo “superamento”. Qualunque cosa sia, il corollario alla notizia numero uno informa che qualcuno nel Pd ha valutato la pensata di Fassina “una genialata che lo porta vicino alla Lega e a M5S” . Qualche altro ha fatto notare “in Europa questa è la linea dell’estrema destra, non della sinistra”, altro ancora ha constatato “Tesi legittime per carità, ma sono le stesse di M5S, Lega Nord e Fratelli d’Italia”. Commenti nell’ordine di Marcucci, Orfini, Misiani. Commenti che rafforzano la già non piccola energia della notizia numero uno: Fassina/Cuperlo e la sinistra Pd salgono sul tram dei No euro.
Notizia numero due, letta ovunque: Beppe Grillo presenta a Bruxelles il referendum no euro. E lo fa ricordando che la “guerra” va combattuta contro la Bce e non contro l’Isis. Letterale, parola per parola, concetto per concetto.
Notizia numero tre, letta sul Corriere della Sera a pagina 8: “Da Milano a Parigi prove di intesa tra Sel e sinistra Pd”. Alla vigilia dello sciopero generale della Fiom convegno “Fate il lavoro non la crisi” tra Pippo Civati, Nichi Vendola e ovviamente Stefano Fassina. Come ai bei tempi del “fate l’amore, non la guerra”, chi non ricorda? E il 21 novembre a Parigi convegno unitariamente organizzato e firmato da Sel e sinistra Pd sul tema, ovviamente, “Sinistra e crisi”.
Sintesi puramente di cronaca delle tre notizie: No euro, avanti c’è posto. Arrivano e salgono Fassina, Cuperlo e la sinistra Pd. Camusso e Vendola, il loro cuore batte lì ma per ora non salgono ancora, però dove batte il cuore lo fanno sapere. Grillo e Salvini, che sul convoglio No euro ci stanno da sempre , un po’ sorridono e un po’ per scherzo e un po’ sul serio avvertono e intimano: non spingete!
Questa la cronaca, come usa dire i fatti. Poi si potrebbe avere qualche opinione o avanzare qualche considerazione di natura per così dire storico/sociale. Ad esempio sulla falsariga del libro di Franco Cassano dove si spiega che la sinistra che si vuole unica e vera in realtà è a un passo dal trasformarsi in lobby dei favoriti dai “trenta gloriosi”. I trenta gloriosi sono quei 30 anni in cui Pil e Welfare, democrazia e capitalismo si espandono insieme e respirano insieme come due polmoni fanno. Poi però anche il resto del pianeta vuole “respirare”, ma l’Europa non ci sta a cedere aria e neanche a produrne di nuova. E la “vera sinistra” diventa, scivola a difendere quel che, guarda caso, difende anche la destra e anche l’anti destra e anti sinistra. Si sviluppa insomma un “sciovinismo europeo” declinato in nazionalismi economici. Fenomeno consapevole in una Marine Le Pen, inconsapevole in un Beppe Grillo o in uno Stefano Fassina. Ma sempre sciovinismo è. Si può dare in storia uno “sciovinismo democratico e di sinistra”? Girare la domanda a Cuperlo/Fassina, magari a Massimo D’Alema che di certo è culturalmente attrezzato a rispondere.
Si potrebbe anche avere qualche opinione e avanzare qualche considerazione sullo spessore e la trama individuale di chi giurava sull’euro, governante Enrico Letta, e scrive del suo superamento, governante Matteo Renzi. Opinioni e considerazioni sullo spessore e trama dell’impegno politico, sugli astratti concetti di coerenza e responsabilità. Si potrebbe perfino farsi venire la voglia matta di una qualche considerazione etica su coscienze e menti che elaborano l’imperativo primo di distruggere Renzi, anche a costo di seppellirlo sotto l’onda d’urto e fall-out dell’atomica esplosione dell’euro. E se milioni di risparmiatori e contribuenti e lavoratori dovessero andarci di mezzo, beh saranno effetti collaterali. Si potrebbe con arroganza domandare chi sia oggi “compagno” di chi. Si potrebbero tutte queste cose ma, come dire, bastano la notizia uno e poi la notizia due e poi la tre per informarci su come stanno le cose. Quanto alle menti e alle coscienze, ognuno ha quella che ha coltivato ed esercitato.
I commenti sono chiusi.