ROMA – Son cose antipatiche, è comprensibile che si tenda a ritrarsene. Insomma, mandano un cattivo odore ed uno, anzi tanti, tirano indietro il naso. E, insieme con il naso, anche occhi, orecchie e labbra. Così non si sente la puzza e si evita anche di vedere, ascoltare, parlare. Un sacco di “piccioni” con una sola “fava”. Insomma, perché star lì ad annusare, guardare, ascoltare e non sia mai parlare troppo dei giornalisti ad ore, quelli che si affittano come le stanze di albergo, appunto quelle degli alberghi ad ore? E infatti i giornali e le televisioni, con le dovute eccezioni, lo fanno il meno possibile e con l’aria che si ha quando bisogna sbrigare una pratica sgradevole.
Si è saputo dell’Emilia, si è saputo del Lazio. Funziona così: le emittenti locali, soprattutto tv e radio, affittano i lori studi, il loro palinsesto e i loro “intervistatori” ai partiti politici che vogliono darsi visibilità e farsi propaganda. I politici pagano ovviamente con soldi pubblici. Il contribuente si trova così a pagare il finanziamento ai partiti e poi anche le emittenti che gli spacciano come interviste o addirittura inchieste quelli che sono spot in appositi spazi pubblicitari. Spazi pubblicitari e spot travestiti da informazione locale.
I giornalisti ad ore sembrano spesso essere in buona fede e questo accresce anziché diminuire lo sgomento. Esibiscono regolari contratti, con tanto di Iva pagata: 500 oppure mille euro alla mezz’ora, oppure pacchetto da sei “presenze” a duemila euro. Spesso esibiscono anche la pressante richiesta dell’editore. Sgomenta non esibiscano almeno il “che si deve fare per campare…”. Almeno si mostrerebbero coscienti e consapevoli di quel che fanno, di quale sia la natura vera della loro prestazione ad ore.
I politici che affittano mostrano, se costretti, fatture e ricevute di quanto speso in “immagine” e “promozione”. E qui la dizione non è bugiarda, loro pensano, sono sicuri che una buona immagine venga dai minuti passati davanti a un microfono gentile e che i cittadini “promuovono” chi affitta più lotti.
Non trattano al buio e nascosti nell’ombra, in clandestinità. Politici che affittano e giornalisti ad ore trattano alla luce del sole perché pensano sia legale e normale. Legale potrà anche essere. E che con i soldi delle tasse si paghino le pubblicità mascherate mandate in onda da giornalisti affittati dai politici di tutti partiti possa apparire normale è una tra le mille prove che la società detta civile è ampiamente soppiantata dalla società sicuramente incivile. I giornalisti ad ore non meritano sanzioni professionali che non arriveranno, meriterebbero di non aver più mercato, audience, seggiola. Farlo davvero? In fondo sono anche loro figli di mamma…meglio allontanarsi, turarsi il naso e parlarne il meno possibile.
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