Grillo, sia fatta la sua volontà: 7 giorni di silenzio stampa e tv su di lui

ROMA – Grillo, sia fatta la sua volontà e facciamogli un favore: sia sottratto M5S, sia sottratto il MoVimento e i suoi eletti alla caccia e alle fauci dei “lupi” giornalisti di stampa e televisione. Per una settimana, solo per una settimana niente frasi del blog che si trasformano in titoloni e articoloni di carta stampata in “guardiamo il servizio” dei telegiornali e in baricentro della chiacchiera dei talk-show. Per una settimana, solo per una settimana niente assedio e inseguimento dei paparazzi della politica e dei mendicanti della telecamera ai 163 e al numero Uno e al numero Due. Per una settimana, solo per una settimana sia applicato un salutare e in fondo ovvio chi se ne frega di come vanno vestiti e di cosa consumano al bar neo deputati, neo senatori, Portavoce con  la maiuscola e Ideologo con la maiuscola pure lui.

Per una settimana, per soli sette giorni niente sentinelle a spiare che si dicono in rete tra militanti ed elettori, in fondo si dicono e si scambiano sempre le stesse cose. Le stesse cose che ci hanno già abbondantemente comunicato, le cose per le quali li abbiamo votati o non li abbiamo votati. Per soli sette giorni ci sia dia pace e tregua e si sospenda l’affannosa e impraticabile ricostruzione della politica fiscale di Grillo, della politica sociale di M5S, della linea del MoVimento sul credito, sull’agricoltura, sul Medio Oriente…Non c’è nella realtà e neanche nella rete nulla di tutto questo, inutile cercarlo come cani da tartufi e ricostruirlo, inventarlo sui giornali e in televisione.

Per soli sette giorni filati si prenda Grillo in parola e si faccia come vuole: stampa e televisione si astengano dall’occuparsi di lui e del suo movimento. Sette giorni di silenzio stampa e ben prima che scada la settimana sarà Grillo a denunciare “censura e oscuramento”. Neanche sette giorni di silenzio stampa e tv su di lui e Grillo vestirebbe immediatamente i panni della vittima modello Pannella: nessuno parla di me. Provare per credere. Ma purtroppo non ci sarà prova: stampa e televisione italiane non ne hanno la forza, l’energia, l’orgoglio, la cultura e l’ironia per far provare a Grillo e a M5S cosa sia la nemesi, non necessariamente storica, basterebbe quella della cronaca.

Nessuno griderà che anche il Grillo, come il re, è nudo. Grillo continuerà a procedere in processione tra ali di stampa e tv che un po’ lo scrutano, molto cominciano a temerlo, assai hanno voglia di amarlo ed esser riamati. Ma Grillo, Casaleggio e il MoVimento stampa e televisione non le amano, anzi le detestano. Perché?

Primo perché, rilevante, importante ma non decisivo: perché stampa e televisione italiane sono arruffone, confuse, confusionarie, inattendibili. Con le lodevoli ma non numerosissime eccezioni stampa e televisione italiane credono in ottima fede di fare informazione e invece fanno comunicazione che è altra e diversa cosa. Veicolano non notizie e fatti ma parole e pensieri, testi e musica dei “protagonisti”. Qualunque siano i pensieri e parole, i testi e la musica delle canzoni la comunicazione li suona e li canta al volume più alto possibile. L’informazione li sottopone al criterio di plausibilità, congruità e rilevanza. L’informazione filtra e sceglie, la comunicazione pompa. In Italia comunicazione batte informazione dieci a uno. Quindi di stampa e tv italiane letteralmente non ti puoi fidare, non perché scientemente ti imbrogliano, non passa loro neanche nella testa e nessuno le paga per far questo. Ma non ti puoi fidare perché pompano tutto e sempre, il reale e il fantastico, il pazzesco e il logico, l’improbabile e il probabile, l’accaduto e il non accadrà mai. Basta che qaulcuno glielo “comunichi” e loro lo pompano quel che è stato comunicato.

Pompano tutto, Grillo compreso. Ma Grillo e scaltro e sa che non può fidarsi, perché anche quello di cui sta godendo su stampa e tv è pompaggio d’istinto e non di scelta. Stampa e televisione italiane sono in questi giorni tutto un genuflettersi alle “profonde ragioni” di M5S, tutto un sorridere alle “forze del nuovo”, tutto un aprire porte e finestre a “nuove riflessioni”. Insomma trattano Grillo e M5S con sopravvenuta deferenza e rispetto. In più da tempo, senza esserne consapevoli, stampa e televisione italiane, sommamente i talk-show cosiddetti politici, sono “grillini”, profondamente grillini e grillini nel profondo. Narrano sempre la storia di cittadini sgravati di ogni responsabilità, portatori delle migliori intenzioni e valori e di “caste” qua e là annidate che impediscono per mestiere e natura il disvelamento della verità e il soddisfacimento immediato e immediatamente praticabile dei bisogni, pardon diritti. Il film è sempre quelli “Buoni” contro “Cattivi” con zero sfumature, proprio come i bianchi e neri delle pellicole di Hollywood negli anni Cinquanta. Cittadini buoni, potenti cattivi e alla fine arriva il sofferto, soffertissimo ma giusto e lieto fine. Se non è “grillismo” puro questo…

Eppure Grillo, Casaleggio e M5S stampa e televisione le detestano. Potrebbero semplicemente disprezzarle come manodopera un po’ mercenaria, un po’ servile, sempre in eccesso di zelo e quindi inaffidabile. vanno oltre, molto oltre il disprezzo. Detestano, quasi odiano e leviamo anche il quasi. E qui arriva il secondo perché. Detestano quasi odiano perché stampa e televisione, pur nell’attuale sgangherata forma, sono un corpo intermedio della società. E cosa mai sono i corpi intermedi della società? Sono i luoghi della competenza e della conoscenza competente. Gli umani se li sono “inventati” neanche un paio di secoli fa, quando si trattava di soppiantare competenza, conoscenza e sovranità per diritto divino o di sangue. Giù da lì nascono i Parlamenti, i sindacati, l’informazione e tante altre cosine del genere. Ma un luogo dove si coltiva ed esercita la competenza informata è letteralmente il diavolo per l’acqua santa del un parere vale uno che è la religione. Religione del web ora, religione “grillina” ora. Ma niente di nuovo sotto il sole degli umani.

Niente di nuovo…più o meno tre secoli fa cominciò ad affermarsi e farsi strada un pensiero, un modo di pensare e stare al modo: laico, razionale, scientifico. Pensare se stessi come soggetto e insieme oggetto di diritti, pensare l’umano come una ragione bastante a se stessa. Non era facile pensare così, essere umanisti e scienziati, volere il secolo e la vita dei “lumi”. Non era facile e fu a lungo prerogativa di pochi che potevano permetterselo. Diciamo prima i filosofi, gli intellettuali e poi quella che fu chiamata, dove c’era e cresceva, la borghesia. Il popolo restò fuori da questo pensare. Restò e venne tenuto fuori da questo pensare soprattutto dalle sue materiali condizioni di vita. Poi però le condizioni materiali di vita migliorarono nei secoli e nei decenni in maniera inimmaginabile per tutti o quasi e il popolo decise, scelse che quello era anche il suo modo di pensare: laico, scientifico, razionale, diritti e doveri bilanciati…Cittadino, per chi non lo sa, significò proprio questo durante la Rivoluzione del 1789: uno del popolo, anzi della plebe, che smetteva di essere tale perché letteralmente si incaricava, si faceva carico della “cosa pubblica”. Cittadino non antitesi al potere e allo Stato ma cittadino perché si faceva potere e Stato. Vaglielo a far studiare ai cittadini grillini…

Dopo quasi 60 anni di ininterrotto miglioramento progressivo e impetuoso delle condizioni di vita materiale, da cinque anni la corsa si è fermata e la ruota ha fatto qualche giro all’indietro. E allora il popolo, buona parte del popolo, ha preso paura e rabbia e quindi ha valutato che un pensare laico, razionale, scientifico, diritti e doveri bilanciati…siano lusso, spreco, comunque ostacolo. In cambio dell’essere esentati da ogni responsabilità e conseguenza del tempo e del mondo in cui si vive, democraticamente il popolo, buona parte del popolo sta scegliendo e valutando che i corpi intermedi, la competenza informata, i contrappesi, i Parlamenti ce li si può vendere un tanto al chilo perché “non si mangiano”. Non si mangiano, anzi “mangiano”. Democraticamente il popolo se ne sta fottendo della democrazia come finora democrazia è stata nota al genere umano. Dice il popolo che ne farà un’altra di democrazia. Nulla di nuovo anche qui sotto il sole degli umani. E’ questo il secondo perché Grillo, Casaleggio e M5S detestano, quasi odiano il “corpo intermedio” dell’informazione. Nella ideologia, termine usato del tutto a proposito, il corpo intermedio è presidio e garanzia della democrazia da abbattere non di quella da edificare.

Terzo e ultimo perché, dopo quello della inaffidabilità pratica e dell’avversione ideologica: Grillo, Casaleggio e M5S non possono tollerare la natura plurale, nonostante tutto plurale, di stampa e televisione. Il cuore dell’ideologia Casaleggio-Grillo e milioni di italiani è irrorato dal sangue circolante della “soluzione unica”. Una volta smontate le Caste la soluzione unica di ogni problema, unica e a tutti accessibile, unica e buona per tutti sarà finalmente svelata. E tutti la potranno vedere e toccare la soluzione unica nella su autoevidenza. Non serviranno quel giorno più partiti e Parlamenti. Non servirà più nemmeno un M5S che li avversi e li smonti. Tutto si “scioglierà” nella beatitudine pacificata di un mondo dove tutti vogliono e hanno la stessa cosa. Stampa e televisioni plurali possono al massimo e al peggio far da eco al Pensiero Unico, con la Soluzione Unica siamo oltre, a che servono stampa e tv plurali? La Soluzione Unica è una, stabilità e impegnativa per tutti.

Quante cose dietro e dentro i calci in faccia che Grillo assesta a stampa e televisioni italiane che pure qualche bacietto alla pantofola lo accennano. Quante cose…qualcuna anche di grande attualità. Il segretario del Pd, tanto Pd e tanto elettorato Pd sono convinti e speranzosi, sicuri e persuasi che Grillo sia una specie di Bertinotti al cubo con cui in qualche modo, se non accordarsi, comunque imparare a non farsi reciprocamente male. Leggessero un po’ di storia contemporanea al Pd, capirebbero al volo che non è proprio così, anzi non è per niente così.

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