ROMA – L’Isis, cioè quelli che mettono in una fossa comune anche i bambini ancora vivi, basta che siano infedeli. L’Isis, cioè il Califfato che fa pulizia etnica dei cristiani di religione e dei cristiani intesi come esseri umani che non si convertono. L’Isis, cioè l’esercito in armi e marciante che decapita, letteralmente taglia teste e gli ufficiali politici della suddetta armata che segnano, marchiano le case degli umani inferiori che non appartengono alla loro fede. L’Isis, cioè la Jihad, la guerra santa combattuta davvero e non solo invocata, guerra santa contro la libertà di religione, la tolleranza, l’umana pietà. L’Isis, cioè le donne degli infedeli rapite e date come schiave sessuali ai combattenti…
L’Isis “fenomeno radicale da approfondire con calma e rispetto” secondo l’acuta riflessione offerta alla stampa e al paese da Manlio Di Stefano. E chi è Manlio Di Stefano, uno che orecchia notizie al telegiornale e rimastica di suo qualche lettura infantile sull’Oriente tenebroso? No, Manlio Di Stefano è niente meno che il capogruppo M5S alla Commissione Esteri della Camera. Quindi va preso sul serio e le sue parole vanno seriamente valutate con “calma e rispetto”, gli stessi ingredienti che il cittadino eletto M5S reclama per i macellai in divisa nera.
Con calma va quindi osservato che il relativismo antropologico del Di Stefano, più o meno una cosa del calibro di “paese che vai assassino che trovi”, è puro sonno della ragione. L’Isis non e l’Islam e neanche l’islamismo e neanche l’Islam radicale, tutti fenomeni che valgono eccome calma molta nel valutare e rispetto storico nel comprendere. L’Isis è la macellazione del tuo prossimo fatta programma e azione. Solo una ragione che dorme profonda, in profonda e irreversibile narcosi può accoppiare la parola “rispetto” all’Isis.
Ma non c’è solo il sonno della ragione in Di Stefano, c’è anche il rush dell’arroganza. Dice Di Stefano: “Noi occidentali abbiamo portato là l’instabilità”. L’instabilità certo e anche di qualcosa di più l’Occidente porta la responsabilità. Ma se Di Stefano avesse mai letto più di un posto su un blog, affrontato mai un po’ di storia, se mai si fosse cimentato fuori del “Bar Rete” in cui parla di politica (si fa per dire)…Ma no, i vari e tanti Di Stefano d’Italia questa fatica della competenza la schifano. Loro sanno tutto, due paroline tipo “la guerra l’abbiamo portata noi e i sono pacifista senza se e senza” e ogni dramma dell’umanità si scioglie e risolve. Un rush d’arroganza che fa venir la tentazione di immaginare il Di Stefano a spiegarsi davanti a uno dell’Isis e vedere come va a finire.
Considerazione a margine, ma non tanto a margine. L’oligarchia, cioè il governo dei migliori, pone e ha sempre posto nella storia degli uomini problemi di democrazia. Come si valutano e misurano i migliori? Come si sottopongono al giudizio, alla verifica del popolo? Come si garantisce che tutti i gruppi sociali possano far accedere qualcuno dei loro ai migliori? Come si avvicendano al governo i migliori? Problemi mai risolti del tutto. Quindi oligarchia, governo dei migliori, sempre fatica ad essere piena e reale democrazia. Ma da questo al volere, identificare, praticare la democrazia come il governo dei peggiori…Beh, qui siamo arrivati. I peggiori, cioè più ignoranti, i più arroganti. Ogni riferimento al caso in specie è pienamente calzante.
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