Fenomenologia della “merda”, M5S alla toilette

M5S, Grillo in piazza incontra i simpatizzanti del Movimento in Corteo verso il Colosseo
Beppe Grillo (LaPresse)

ROMA – Tre coincidenze non sono più tali, costituiscono indizi che fanno prova. Prova che M5S ha sviluppato, sta sviluppando, una fenomenologia della “merda” e che ha qualche problema su come gestire la toilette. Tutto in via metaforica, la stessa precisa metafora che il MoVimento usa spesso e volentieri in questi giorni: la metafora della società fatta non tutta ma in massima parte di cacca.

Salvo Mandarà, il videomaker di Grillo, l’inventore della diretta streaming durante lo Tsunami Tour, saluta la compagnia e se ne va. Molla baracca e burattini, dove la “baracca” è l’Italia tutta irredimibile e inguaribile. “Lascio il MoVimento e l’Italia perché sono stanco…non rimango in questo paese di merda prevalentemente popolato da gente di merda”. Indizio numero uno.

Roberta Lombardi, capogruppo M5S alla Camera ai suoi deputati: “Volevo scrivervi qualcosa per condividere con voi questa specie di assedio a cui siamo sottoposti. Ma, grazie allo stronzo/i che fanno uscire tutto quello che scriviamo o diciamo sui giornali, mi è passata la poesia…Sei un merda, chiunque tu sia. R.”. Indizio numero due.

Indizio numero uno e indizio numero due grossi assai ed evidenti come la luce del sole. Ma l’indizio ancor più grosso è il numero tre: Beppe Grillo che dà agli elettori, alla maggioranza degli elettori, la patente di complici dei partiti ladri, complici consapevoli. Insomma la tesi del “paese di merda” al massimo della sua elaborazione. Anche se la parolina magica e un po’ coprofila Grillo non la usa.

Ma non è questione di turpiloquio o di “parolacce”. Ma che davvero vogliamo far caso o inarcare il sopracciglio se qualcuno dice “merda”? Perché non occuparsi invece del divieto di “occuparsi di linea politica e strategia” impartito ai parlamentari M5S? O del controllo preventivo tentato e quasi sempre attuato delle loro parole e d’ora in poi perfino delle loro proposte di legge? Non sono forse queste cose più importanti e politiche? No, quella della “merda” non è questione di vocabolario o galateo, è questione di sostanza.  Sostanza, quella denominata con garbo feci, con affettuosità cacca e con sbrigativa durezza merda, che ogni corpo umano produce, quotidianamente. Sostanza che quotidianamente produce anche ogni corpo sociale, ogni società di umani in tutti i tempi e in tutti i luoghi.

La politica altro non è che organizzare, costruire, allestire una toilette igienica e funzionante che salvi la salute della società senza far finta che la sua corporeità non esiste. Organizzarla, costruirla, allestirla questa toilette ed insegnare, convincere, educare gli umani/soggetti sociali ad usarla, a farne buono, utile e consapevole uso. La politica non è constatare che il corpo sociale produce la suddetta sostanza. Questo alzi la mano chi non l’ha pensato e maledetto, proprio come fa M5S. La politica è la toilette, quella dove M5S non vuole entrare, sedersi, lavarsi le mani. Neanche per rifarla o ristrutturarla M5S vuole entrarci.

I tre chiari indizi sono la prova che M5S offre al momento le seguenti possibilità: tenersela a vita, oppure farla per strada, oppure spargerla al vento, oppure ancora tornare al vasino. E’ la fenomenologia della “merda” di chi rifiuta la toilette.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie