Renzi, mercoledì i 100 euro? Sinistra Pd e Cgil voteranno contro?

Trasmissione televisiva Victor VittoriaROMA – Si fa molta fatica a credere che siano veri, benedetti e subito. Chi? I cento euro annunciati, meglio dire calcolati, da La Repubblica. Cento euro al mese in più in busta paga per chi oggi a fine mese ne porta al casa 1.300, massimo 1.500. Cento euro di meno tasse, cento euro al mese: una quindicina l’eredità del governo Letta, gli altri ottanta abbondanti decisi mercoledì che arriva dal governo Renzi. Si fa fatica a credere che siano veri, che sia vero. Non solo per le tante, troppe disillusioni. Non solo perché le tasse sono finora sempre e solo aumentate, magari mascherate da periferiche e fameliche tasse locali. Si fa fatica perché cento euro al mese di meno tasse sono roba grossa, sono tanta roba.

Roba da migliorare davvero la condizione economica e l’umore di milioni di persone che stanno davvero al limite della condizione di sopravvivenza. Roba capace di consentire cambi anche nell’umore elettorale del paese. Roba che anche chi lo sgravio non ne beneficia, almeno un senso a un po’ di tasse che paga lo vede: meglio essere tassato per dare cento euro in più a chi lavora a 1.400 al mese che essere tassato per pagare le spese e gli sfizi, i vizi e le prepotenze della macchina pubblica e semi pubblica di Stato, Regioni, Comuni, Province…Cento euro che arrivano mercoledì, se arrivano. Qui ci vuole San Tommaso. Qui ci vuole, ci vorrebbe un clima di attesa aspettando i cento euro di quelli che: non succede, ma se succede…

E invece che succede? Succede che il sindacato più di sinistra che c’è, la Cgil, mette il broncio e il muso. Anzi la Cgil ringhia al governo. Susanna Camusso ha saputo per certo che i cento euro non arrivano? Al contrario, la Camusso e la Cgil temono come la peste bubbonica che i cento euro arrivino nelle tasche dei lavoratori. Già, perché, secondo Cgil e Camusso, con quei cento euro al mesi Matteo Renzi si “compra” il consenso dei lavoratori e della pubblica opinione a un reddito pubblico di disoccupazione e di non lavoro che però non prendi più se non vai a studiare quale nuovo lavoro fare o se rifiuti forme private e pubbliche di impiego. Insomma la Cgil e la Camusso ringhiano a Renzi perché temono come la peste bubbonica che Renzi tolga loro la gestione e cogestione dei miliardi della formazione professionale e quelli della Cassa Integrazione in deroga. A questi “tavoli” la Cgil tiene come al suo stesso cuore…il sindacato più di sinistra che c’è o di dice ci sia.

Succede anche e contemporaneamente che al Parlamento Rosy Bindi annunci che la legge elettorale (di Renzi) le fa più o meno schifo e che forse la vota e forse no, comunque turandosi il naso. Che Anna Finocchiaro annunci che la legge elettorale (di Renzi) quando arriva al Senato ci pensa lei e ci pensano loro a cambiarle i connotati. Che Pippo Civati faccia sapere che la legge e il governo (di Renzi) sono il peggio del peggio. Che Stefano Fassina (che era al governo con Letta e Alfano) adesso vada per ogni televisione a dichiarare che bisogna sfondare il tetto del deficit, qui, ora e subito. Purissima linea Tsipras. Succede che D’Attorre e Lauricella siano emendamenti-bomba sotto la legge elettorale (di Renzi). Che Francesco Boccia se ne vada per ogni giornale e corridoio parlamentare per dire che lui al governo (di Renzi) non ci sta. Bindi, Civati, Finocchiaro, Fassina, D’Attorre, Lauricella, Boccia sono tutti del Pd, dell’opposizione Pd a Renzi, della sinistra Pd o giù di lì.

Succede più o meno, per dirla alla grossa, che se Renzi porta davvero (si fatica a credere) cento euro di tasse in meno mercoledì per chi ne ha bisogno come l’aria, il governo Renzi può perfino continuare e Renzi può perfino uscire non maciullato dal voto del 25 maggio per le Europee, magari con quei cento euro quelle elezioni potrebbe perfino vincerle in percentuale. E quindi succede che la sinistra Pd e la Cgil vedano questo come la Rovina Perfetta. La cosa peggiore che possa accadere per la Camusso e i Fassina è che i voti e che Renzi vinca quando si vota. Tutto è meglio di questa somma disgrazia. Quindi sinistra Pd e Cgil non si lasceranno incantare da quei cento euro, magari sono pronti a buttarli nel cesso ma da Renzi non si fanno comprare.

Quindi, ancora quindi: o Renzi quei cento euro non li ha e perciò sarà presto bersaglio di un’altra rassegnata popolare pernacchia, oppure il governo li trova e li spedisce in tasca alla gente quei cento euro. E allora che faranno sinistra Pd e Cgil? Un bel voto anti governo al Senato e un bello sciopero territoriale anti governo?  Sempre più faticoso credere che quei cento euro di tasse in meno saranno presto realtà. Con quei cento euro anche l’omaggio, il regalo al paese di una sconfitta politica della linea Camusso-Fassina. Troppo bello per essere vero.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie