Il fatto riguarda una scuola statale, ma in soccorso dell’insegnante di religione, sospesa perché accusata di avere ecceduto in una descrizione sadomaso dell’Apocalisse, s’è mosso addirittura il Papa in persona, cui si è accodato un deputato della Repubblica italiana scandalizzato perché, come si legge in una sua interrogazione parlamentare, «un dirigente scolastico statale non può dare valutazioni sulla concezione religiosa di un insegnante statale. Tali valutazioni sono infatti competenza della diocesi».
Il deputato è del Pdl, si chiama Fabio Garagnani e la sua interpellanza volta a ripristinare la «legalità scolastica» in una scuola statale di Bologna. La scuola è statale, appartiene cioè allo Stato italiano, ma per il papa e Garagnani la legalità scolastica è affare non dello Stato, bensì del Vaticano.
Che lo si sospenda è certamente eccessivo: è punitivo, e le punizioni non vanno mai bene, specie se sono eccessive. Bastava una censura, un ammonimento, un richiamo, non so bene come si dica in questi casi.
La famiglia, se la bimba non aveva la dispensa dall’ora di religione, vuol dire che non sono dei mangiapreti. Può essere che l’insegnante, che è una donna, abbia esagerato, del resto con i bambini gli insegnanti esagerano sempre, quando cercano di impressionarli.
BOLOGNA – Secondo me la reazione dei genitori non è “indecente”, come qualcuno ha sostenuto, ma certo fuori misura. Anche perché per dire che la bimba ha ricevuto un danno ci vuole uno strizzacervelli, non basta la sola parola di mammà, che oggi strilla se solo vengono dati “troppi” compiti a casa. Il direttore della scuola ha sbagliato pesantemente: non si commina la sospensione dall’insegnamento se prima non passi per dei richiami.
Il dramma vero è che o Stato ha regalato alla Chiesa un pezzo della sua sovranità, e queste sono le conseguenze, temo perfettamente “legali”.
Ad ogni modo è fuori misura anche la lettera del Papa.
La vicenda. L’insegnante di religione di una classe della prima elementare della scuola Bombicci di Bologna durante una lezione si lancia in una descrizione dell’Apocalisse piuttosto truculenta nel descrivere i cieli infuocati dall’ira divina e la lotta tra l’arcangelo Michele e l’arcidiavolo Lucifero. In particolare, una bimba di sei anni si spaventa e ne resta impressionata, tanto che arrivata a casa corre a cercare conforto dai genitori e racconta loro il “film” apocalittico sul quale ha calcato la mano l’insegnante. I genitori indignati denunciano la vicenda al direttore della scuola, che sospende l’insegnante.
Apriti cielo! Interviene il Papa in persona, che invia all’insegnante una lettera in cui esprime tutta la sua stima per una professione «svolta con impegno e dedizione». La notizia della missiva papale viene sapientemente spesa dall’interessato e dall’arcivescovo di Bologna, tant’è che il Pdl con l’interrogazione del suo deputato Garagnini ne fa una questione politica.
A suo tempo il ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti – e la sua maggioranza parlamentare – per acquistare voti cattolici al partito berluscone completarono l’opera del Concordato di Mussolini e di quello di Craxi che già avevano regalato ai singoli vescovi la scelta degli insegnanti di religione delle scuole statali del territorio di competenza delle rispettive curie, vescovadi e arcivescovadi. Ergo, lo Stato si deve limitare a pagare lo stipendio, e le pensioni, agli oltre 20 mila insegnanti di religione la cui selezione, idoneità ed eventuale sospensione fino al licenziamento è materia di competenza solo ed esclusivamente dei vescovi locali.
Stando dunque a come la vedono Garagnini&C, un insegnante di religione potrebbe raccontare agli studenti, dalle elementari fino ai licei, che se rubano la merenda al compagno di banco o votano a sinistra o fanno sesso prima del matrimonio arriva il diavolo e li porta all’inferno infilzati su un forcone incandescente senza che né il dirigente della scuola, direttore o preside, né degli organi scolastici preposti al controllo delle scuole possano avere nulla da ridire.
E’ un po’ come sostenere che se si incarica una pizzeria o un servizio di catering di provvedere ai pranzi del personale di una azienda e questo viene intossicato o avvelenato da una pizza o dal cibo del servizio, l’azienda non può comunque farci niente. Deve solo pagare il conto…
E’ bene insistere nel far notare che i vescovi NON sono eletti dai fedeli del territorio di loro competenza, bensì dallo Stato estero che si chiama Vaticano né più e né meno come lo stesso Vaticano nomina i “nunzi apostolici” e qualunque altro Stato, compreso quello italiano, sceglie e nomina i propri ambasciatori, consoli, incaricati d’affari e addetti vari da inviare negli altri Paesi.
E’ bene notare anche che il territorio di competenza di ogni vescovo NON è definito dallo Stato italiano, ma dal Vaticano. Stando così le cose, delegare ai vescovi la scelta degli insegnati di religione delle scuola statali equivale a delegare agli ambasciatori, consoli, incaricati e addetti vari di Inghilterra, Germania, Francia, Cina, Paesi arabi, ecc., la scelta degli insegnati di lingue delle nostre scuole di ogni ordine e grado, Università comprese. Sarebbe chiaramente una follia, una cessione di sovranità indecorosa e inaccettabile per qualunque Paese civile. Perché mai la Repubblica italiana deve invece accettare una tale cessione di sovranità a vantaggio del Vaticano? Siamo forse talebani e le scuole pubbliche per quanto riguarda la religione sono come le madrasse islamiche?
Non abbiamo la più pallida idea se la sospensione dell’insegnante bolognese sia giustificata o no, e francamente l’argomento non ci compete. Esistono dirigenti e strutture pubbliche competenti a giudicare senza partigianerie da curva sud tra cattolici osservanti e tutto il resto del mondo. Non siamo i primi a strillare che non abbiamo nulla a che spartire con l’integralismo islamico? E’ gravissimo che il papa si permetta di interferire con attestati e parli di impegno e dedizione senza specificare verso cosa e chi – la scuola o la Chiesa, gli studenti o i vescovi ? – vadano esercitati tale impegno e devozione. E senza chiedersi se in nome di un malinteso impegno e devozione verso chicchessia l’insegnante abbia violato i suoi doveri di educatore e la deontologia professionale. Cosa diremmo se Sarkozy o la Merkel interferissero a favore di un cittadino italiano solo perché conosce il francese o il tedesco?
Nel governo Monti ci sono ministri ritenuti eminenti tecnici, tutti super partes, e cattolici praticanti a partire dallo stesso Monti fino, per quel poco che se ne sa, al ministro della Pubblica Istruzione, Francesco Profumo. Sarebbe bene facessero sentire la propria voce, e la propria autorità, soprattutto Profumo, in questa vicenda che non è affare privato dei cattolici, ma cosa riguardante tutti i cittadini della Repubblica italiana. Tecnici super partes o anche loro bacia pile?