Emanuela Orlandi, foto di Fassoni Accetti: tombe tipo S. Apollinare

ROMA – Qualcosa collega gli ultimi sviluppi del mistero di Emanuela Orlandi con le fotografie, molto belle, che si trovano sul sito di Marco Fassoni Accetti. Il “supertestimone” ora è stato anche iscritto fra gli indagati per il rapimento.

Nonostante si sia autoaccusato di avere contribuito alla scomparsa e quindi alla presumibile morte della povera Emanuela Orlandi, Marco Fassoni Accetti appare in buoni rapporti con Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, almeno a sentire lui e a guardare il comportamento dello stesso Pietro, che ha aperto agli interventi scritti di Fassoni Accetti la pagina Facebook creata apposta per raccogliere adesioni alla petizione perché il Vaticano dica finalmente quello che sa della scomparsa.

A sentire il “supertestimone”, quest’ultimo e Pietro Orlandi si incontrano e parlano, anche alla presenza di un giornalista del Corriere della Sera, Fabrizio Peronaci: Pietro, invece di prenderlo per il collo e di fargli dire la verità tutta la verità, scambia opinioni e notizie come tra amici o persone comunque irreprensibili. Atteggiamento molto criticato da vari aderenti alla petizione e iscritti alla apposita pagina Facebook. La Procura della Repubblica di Roma intanto si interroga sul collegamento tra le foto di Marco Fassoni Accetti e tutta la sceneggiatura delle ultime vicende, spontanee e vere o inventate e pilotate che siano.

Fasoni Accetti è lui stesso autore di cinema e produttore, oltre che ottimo fotografo. Le lugubri riaperture di tombe nella basilica di S. Apollinare del 14 maggio 2012 e giorni successivi, causate dalla famosa telefonata anonima da goliardi del 2005 a “Chi l’ha visto?”, sono state la causa che ha fatto scattare una molla nelle testa di Fassoni Accetti? Oppure fanno parte di una sceneggiatura da lui prima tracciata in fotografia e poi attuata, trascinando tutti, anche “Chi l’ha visto?”, in un gioco il cui vero obiettivo solo l’artista fotografo e piccolo produttore cinematografico conosce?

Di particolare interesse sono prime foto della galleria, intitolate “Martire adolescente posta sotto l’altare”. Mentre la quarta, della quale esistono altre riprese, può avere fatto associare la stanzetta cimitero in essa rappresentata alla stanzetta cripta di De Pedis.

La quinta foto si intitola “ritratto di madre Dolores” ed è inevitabile faccia pensare a suor Dolores, direttrice della scuola di musica Ludovico Da Victoria frequentata da Emanuela. Oltretutto, il viso pare anche somigliarle e potrebbe essere proprio il suo utilizzato per un fotomontaggio. Le foto 6, 7, 8, 9, 1o e 11 fanno invece chiaramente pensare alla formella della Via Crucis fatta trovare da Fassoni Accetti assieme al flauto, tanto più che il titolo della 6 e 7 la nomina esplicitamente: “Frere lava riquadro Via Crucis”. La foto 8 si intitola “Frere ritrova ossa”. La 9, 10 e 11 invece si intitolano tutte “Targa cede sotto la neve” e sulla targa c’è scritta la parola collegio. Il tutto su una produzione artistica di foto e filmati dove una certa ossessione cimiteriale, religiosa e di abusi su minori è evidente. Tanto da far pensare che la molla o il piano sia scattato in Fassoni Accetti già nel 2008, con le “rivelazioni” finite nel nulla di Sabrina Minardi. Questa “supertestimone” ha parlato infatti del cadavere di Emanuela e di quello di un altro minorenne, prima indicato nel ragazzino di 10 anni Domenico Nicitra e poi in Mirella Gregori, dati in pasto a una betoniera di un cantiere di Torvaianica. Guardando tutte le foto e i filmati di Fassoni Accetti viene da pensare che sia stata quella betoniera tritaossa a mettere in moto il meccanismo varato con il ritrovamente del “flauto di Emanuela” dello scorso 3 aprile. Non a caso tra le foto artistiche di Fassoni Accetti c’è anche quella, da noi già pubblicata, di una ragazza dai capelli lunghi che suona il flauto in una caverna.

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