Emanuela Orlandi e il mistero che da 30 anni circonda la sua scomparsa sono uno dei filoni di ricerca e inchiesta di Pino Nicotri, che qui pubblica questo commento ad un articolo di Antonio Goglia sul tema che non smette di appassionare gli italiani. Lo stesso Nicotri ha ricevuto da Goglia il testo e lo ha pubblicato. Qui spiega le ragioni della sua scelta.
Quello che segue è l’ultimo intervento inviatomi da Antonio Goglia, ex carabiniere di S. Giorgio a Cremano. Ritengo giusto qui rispondere ai molti che mi hanno chiesto perché ho girato a Blitzquotidiano, per la pubblicazione, gli interventi di Goglia, visto che non ne condivido il contenuto. Infatti ritengo sia chiaro che Emanuela Orlandi non è stata rapita, al contrario di quanto sostiene Goglia.
“Si tratta di una scomparsa, ma non di un rapimento”
ebbe a spiegarmi lo stesso avvocato degli Orlandi, Gennaro Egidio, nel corso delle confidenze telefoniche (Avvocato di famiglia: “Rapimento? Ragazze di oggi…”) delle quali ho pubblicato su Blitz sia le registrazioni che le trascrizioni e che ho anche consegnate ai magistrati nell’ottobre dell’anno scorso.
Il motivo per cui ho dato spazio a Goglia è molto semplice: a differenza di troppi miei colleghi, Goglia si è tenuto lontano dallo scandalismo, dal sensazionalismo e dalle calunnie contro chicchessia. Goglia ha tentato di dipanare la matassa facendo ricerche e collegando in perfetta buona fede quelle che secondo lui possono essere o sono le tessere del mosaico. Quando ha sbagliato, come nel caso dell’anno di entrata in funzione del tratto ferroviario Roma S. Pietro/Stazione Termini, lo ha ammesso senza difficoltà.
Altri hanno utilizzato alcune cose dette da Goglia, per lanciare con clamore una ennesima pista cervellotica e fasulla del caso Orlandi, quella dei “preti pedofili di Boston”. Io ho preferito invece pubblicare per intero, e a sua firma, tutto ciò che Goglia mi ha scritto, senza costruirci sopra castelli di carta o di sabbia.
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