“Emanuela Orlandi visse a Neauphle-le-Château”: Al Maaref ispirò Marco Accetti?

Nei nuovi sviluppi della inchiesta sul mistero di Emanuela Orlandi, le notizie sono due.

1. I “killer preferiti e l’autista di Enrico De Pedis” sono usciti di scena dall’inchiesta della m

"Emanuela Orlandi visse a Neauphle-le-Château": Al Maaref ispirò Marco Accetti?
Marco Fassoni Accetti il giorno della prima Comunione: innocenza perduta?

agistratura sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Uscita che conferma il crollo della pista De Pedis ancora alle prese col chilometrico controllo del dna delle migliaia di ossa prelevate oltre un anno fa dall’ossario dell’ex cimitero sotterraneo della basilica romana di S. Apollinare.

2. La scoperta di articoli del  giornale islamico francese Al Maaref,  dello scorso aprile che potrebbero avere suggestionato Marco Fassoni Accetti quando ha “rivelato” che per un certo tempo la Orlandi, del cui rapimento si auto accusa, ha vissuto nello stesso paesino vicino a Parigi, Neauphle-le-Château, dove viveva in esilio l’ayatollah Khomeini prima di tornare da trionfatore a Teheran. Al Maaref descrive un suggestivo incontro tra Khomeini e una donna occidentale che si presta ad essere spacciata per Emanuela perché è un esempio dei cattivi rapporti tra figli e genitori in occidente. Ma andiamo per ordine.

Dopo le vacanze, la stagione televisiva riprende a pieno ritmo con i programmi centrati sui misteri delle scomparse di minorenni e maggiorenni, boccone ghiotto per fare audience e quindi cassa. Da anni la regina di questo filone è la scomparsa di Emanuela Orlandi, mistero che dura da 30 anni e si infittisce sempre di più a causa di “supertestimoni” uno meno attendibile dell’altro. Non manca neppure, come è ben noto, chi si è auto accusato del suo rapimento come il fotografo romano Marco Fassoni Accetti, che lo scorso 3 aprile è perfino riuscito a convincere Il programma di Raitre “Chi l’ha visto?” e gli stessi Orlandi che un vecchio flauto in suo possesso potesse essere proprio quello di Emanuela.

Intanto il giornalista Fiore Di Rienzo, firma storica di “Chi l’ha visto?”, ha deciso di passare alla concorrenza. Di Rienzo farà infatti tandem con Salvo Sottile nella sua Linea Gialla, che a La7 prende il posto del programma I grandi misteri di Gianluigi Nuzzi, passato a Quarto Grado, condotto fino a prima delle vacanze estive proprio da Sottile.

Ricapitolando: Sottile e Nuzzi si scambiano il posto a La7 e Retequattro, mentre Di Rienzo passa da “Chi l’ha visto?” di Raitre a Linea Gialla su La7 con Sottile.

Agli amici Di Rienzo avrebbe confidato che era in rotta di collisione con la linea di “Chi l’ha visto?” imposta dalla conduttrice Federica Sciarelli fin dal settembre 2005. Più precisamente, da quando Sciarelli volle mandare in onda la famosa telefonata anonima che indicava la pista De Pedis/S. Apollinare come la chiave per risolvere il mistero Orlandi. Pista che nonostante un tormentone durato ben sette anni e che qualcuno vorrebbe ancora tenere in piedi s’è rivelata quello che chiaramente era fin dall’inizio e che Di Rienzo aveva intuito subito: una bufala, lo scherzo di un goliarda o di un mitomane o la trovata di in esperto di pubblicità e marketing.

Di Rienzo ha pensato bene di iniziare la collaborazione con Sottile e La7 chiedendo tramite conoscenti comuni un’intervista alla vedova di Enrico De Pedis, Carla, per chiarire come mai suo marito dopo essere stato ucciso nel ’90 fosse stato sepolto nella basilica di S. Apollinare. Carla De Pedis ha però risposto picche: “Mio marito col caso Orlandi non c’entra assolutamente nulla, non c’è nessun motivo per cui io debba alimentare la buffonata diffamatoria di collegarlo a quella brutta storia”.

Come abbiamo annunciato fin dal 29 luglio, i magistrati hanno convocato come puro atto formale gli attuali destinatari di avvisi di garanzia per la scomparsa della Orlandi per avvisarli del fatto che a partire dal 4 agosto sarebbero iniziati i controlli sul dna anche dei capelli fatti arrivare in una busta ad ex amiche della Orlandi e immancabilmente esibiti da “Chi l’ha visto” come millesimo possibile punto di svolta del mistero. Svolta doppia, perché i capelli si vuole far credere possano essere sia di Emanuela sia di Mirella Gregori, sedicenne scomparsa un mese e mezzo prima della Orlandi e che la leggenda metropolitana vuole rapita dagli stessi ipotetici rapitori di quest’ultima nonostante i magistrati abbiano chiarito fin dal 1997 che si tratta di due casi diversi e non collegati tra loro.

I magistrati non hanno però convocato Angelo Cassani, detto Ciletto, Gianfranco Cerboni, detto Gigetto e Sergio Virtù, indicato come “l’autista di De Pedis” dalla “super testimone” Sabrina Minardi, le cui clamorose rivelazioni iniziate nel giugno del 2008 e proseguite per oltre un anno hanno voluto confermare la pista De Pedis rivelandosi però una serie di fanasie. Perché costoro non sono stati convocati? Non lo sono stati per il semplice motivo che i loro avvisi di garanzia sono ampiamente arrivati alla scadenza termini senza che a loro carico, e quindi di De Pedis, sia stata trovata neppure l’ombra di un indizio.

La convocazione ha riguardato solo mons. Pietro Vergari, l’ex rettore della basilica di S. Apollinare, e Fassoni Accetti. Il primo è stato convocato solo ed esclusivamente come atto dovuto, perché l’avviso di garanzia gli è stato spedito non perché ci fossero prove o accuse contro di lui, ma solo per potergli sequestrare il computer e controllarne il contenuto nel contesto dell’inchiesta. Tant’è che a tutt’oggi mons. Vergari non ha neppure nominato un avvocato. Il secondo è stato convocato perché è stato lui ad auto accusarsi dei due rapimenti e ad allagare la Procura della Repubblica con dichiarazioni spontanee dai verbali tanto fluviali e affabulatori quanto fino ad oggi privi di riscontri. Ricordiamo che a dire di Fassoni Accetti entrambe le ragazze erano consenzienti nel farsi rapire per finta… Una finta che però dura da 30 anni è dura da digerire…

Fassoni Accetti ha raccontato ai magistrati che le ultime notizie che aveva della Orlandi era che viveva nel paesino francese di Neauphle le Chateau, guarda caso negli anni in cui ci viveva anche Khomeini  che incontrava la misteriosa signora occidentali. Sempre guarda caso, la pista Khomeini è l’ultima trovata di Alì Agca, il terrorista turco che nell’81 ha sparato a Papa Wojtyla e che di chi fosse il mandante di quel tentato omicidio ha dato una novantina di versioni diverse, dai servizi segreti bulagri e sovietici al Segreterio di Stato dello stesso Vaticano cardinale Agostino Casaroli. Da qualche mese Agca s’è messo improvvisamente a sostenere che a ordinargli di sparare a Wojtyla è stato invece Khomeini in persona….

 

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