Dopo Mara Venier, Paola Perego, Paolo Bonolis e altri adesso tocca a Barbara D’Urso, conduttrice televisiva che a mo’ di giornalista inchiestista si occupa della misteriosa morte di Elena Ceste con insistenza degna di “Chi l’ha visto?”. Tanto che il presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Enzo Jacopino, è intervenuto per far notare che si tratta di esercizio abusivo della professione. È un po’ come se un odontotecnico facesse il dentista o un infermiere il medico, come peraltro a volte avviene. Solo che in questi casi interviene il magistrato e fioccano le condanne.
Come tutte le professioni, quella del giornalista è soggetta a regole. E vi si accede con un tirocinio e con uno specifico esame di Stato. Più o meno come la professione di avvovato. Ed esattamente come per la professione di avvocato c’è un codice deontologico da rispettare, con tanto di Carta dei doveri, ecc.
Insomma, non è che ci si possa permettere di fare l’avvocato solo per soddisfazione personale, saltando il praticantato, l’esame di Stato e ignorando la deontologia professionale. Senza essere cioè un avvocato.
Per Jacopino la D’Urso è “una soubrette del giornalismo”, tant’è che ha annunciato una denuncia dell’Ordine nazionale dei giornalisti alla magistratura contro “quanti galleggiano sul diritto dei cittadini all’informazione, senza dover rispondere a quelle regole deontologiche che impongono precisi doveri ai giornalisti”.
Come se niente fosse, D’Urso ha ribattuto spiegando in diretta dal teleschermo che “ho il dovere e mi piace informarvi, e stare sui fatti di cronaca e non solo”.
Peccato però che l’informazione è giustappunto l’attività svolta dal giornalismo. A ribadire che per chi se lo può permetere le regole a volte sono solo un optional è prontamente intervenuta Mara Venier, conduttrice a suo tempo dilagante sul teleschermo Rai della domenica: “Capisco benissimo Barbara, ci sono passata anche io per le interviste ai leader politici a Domenica In. Ogni domenica sera l’Ordine dei Giornalisti faceva un comunicato tuonando contro di me, dicendo che io non potevo fare quelle interviste perché non ero giornalista”.
Barbara D’Urso comunque è in buona compagnia. Non è infatti l’unico caso di esercizio abusivo della professione giornalistica in tv. Vi troviamo anche altri nomi:
– la conduttrice di Paola Perego, che ha spesso lavorato in programmi giornalistici come “La Vita in Diretta” e “Unomattina” senza essere giornalista;.
– Paolo Bonolis, travolto dalle critiche quando nel 2005 condusse “Serie A”, l’appuntamento sportivo della domenica di Canale 5;
– Fabio Volo, autore di reportage e interviste ai politici per “Che Tempo Che Fa” di Fabio Fazio su Rai Tre;
– Federica Panicucci, che lavora da anni a “Mattinocinque”, programma d’informazione giornalistica di Canale 5;
– Barbara De Rossi, che conduce “Amore Criminale”, programma di informazione giornalistica di Raitre che si occupa di violenza contro le donne.
– Daniela Poggi, che condusse dal 2000 al 2004 “Chi l’ha Visto?”.
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