Politica in gran fermento, come sarà settembre dopo i tormenti d’agosto Giorgia vs Elly è solo uno dei tanti match

Politica in gran fermento in Italia, ci si chiede cosa sarà settembre dopo i tormenti d'agosto che hanno agitato la maggioranza quanto l'opposizione. Giorgia vs Elly è solo uno dei tanti match 

di Bruno Tucci
Pubblicato il 20 Agosto 2023 - 08:32 OLTRE 6 MESI FA
Politica in gran fermento, come sarà settembre dopo i tormenti d'agosto Giorgia vs Elly è solo uno dei tanti match

Politica in gran fermento, come sarà settembre dopo i tormenti d’agosto Giorgia vs Elly è solo uno dei tanti match

Politica in gran fermento in Italia, ci si chiede cosa sarà settembre dopo i tormenti d’agosto che hanno agitato la maggioranza quanto l’opposizione. 

Sono più che scricchiolii quelli che si verificano tra gli alleati del centro destra o, se preferite, del destra centro.

Alcune idee non collimano affatto anche se si cerca di non buttare benzina sul fuoco. In politica interna, le perplessità riguardano la tassazione sugli extraprofitti delle banche. Antonio Tajani è piuttosto esplicito a proposito. “Non sono d’accordo”, dice, “Gli istituti di credito andrebbero aiutati a facilitare il compito di quei giovani che vogliono acquistare  la prima casa. Come? Facilitando i mutui, rendendoli più accessibili e meno gravosi”.

Giorgia Meloni per il momento tace. Ha già ribadito il suo pensiero. “Su quell’argomento decido solo io. Me ne prendo tutte le responsabilità”.

In politica estera, la situazione è assai più delicata. Matteo Salvini non soltanto conferma il suo si a Marine Le Pen, ma strizza l’occhio pure all’AFD. Quest’ultimo è un partito tedesco di estrema destra che preoccupa non poco il premier germanico per i sondaggi che lo indicano secondo dietro alla CDU/CSU, i gemelli che guidano il Paese.

Le cifre indicano un 21 per cento di preferenze, un’ascesa continua che lascia perplessa la maggioranza. ADF è l’acronimo di “Alternativa per la Germania”. Si dice: “Un conto è l’opposizione, un altro è essere ostili alla Costituzione”.

Mentre Matteo Salvini continua a predicare che l’unione fa la forza in Europa, Giorgia Meloni è silente e rimanda il problema a settembre quando si dovrà affrontare la grana del salario minimo. Al contrario dell’altro vice premier Antonio Tajani è drastico nella sua opinione: “Mai inciuci con l’AFd, mi fa schifo”. Che si vuole di più? Però, nonostante questa diversità su alcune questioni la maggioranza è tranquilla, forte dei suoi numeri schiaccianti in Parlamento.

Eppure il centro sinistra compatto grida vittoria sul salario minimo, forte delle duecentomila firme di adesione ottenute in quarantotto ore. “Abbiamo dalla nostra parte il 71 per cento degli italiani”, sostiene con enfasi Giuseppe Conte.

Ma a destra si sorride perché si ritiene che molte di quelle firme siano “farlocche”, cioè false. Un giornale caro al governo è pure entrato nel merito ed ha provato a votare dando nomi molto popolari, Joe Baiden, Paperino, Ho Chi Min. Risultato: un si accettato.

Tutto questo la dice lunga sui rapporti tra maggioranza e opposizione in vista di un settembre che molti commentatori ritengono infuocato. Il rincaro della benzina, gli sbarchi eccessivi dei migranti, la ricostruzione in Emilia Romagna.

Insomma sono arrivati si o no questi miliardi che dovrebbero servire a risanare quelle piaghe? Il governatore Stefano Bonaccini lo esclude in maniera categorica, ma il fatto è che lui ha la testa altrove. Si ritiene che sia impegnato a dimostrare che il vero segretario del Pd è lui, come avevano confermato le primarie dedicate solo agli iscritti.

L’opposizione incalza e ricorda i rapporti di Giorgia Meloni con Vox, partito uscito malconcio dalle ultime elezioni spagnole. Non solo, ma continua a ritenere che il neo fascismo è vivo e non ha abbandonato una buona parte di chi guida l’Italia. Per la destra sono parole che scivolano come l’acqua e indicano il nome di Elly Schlein come colei che sta sfasciando il Pd. “E’ tanto vero questo”, replicano gli avversari, che anche la “rossa” Sabrina Ferilli è contraria ad alcune scelte del numero uno di via del Nazareno.”

Non si è placato dunque il braccio di ferro che dilaga in Italia. Nemmeno le vacanze sono riuscite a portare un po’ di pace. Niente. Allora, a settembre che cosa ci dobbiamo aspettare?