ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su “Uomini & Business” con il titolo “Servono più riforme”.
Dedicato a tutti quelli che stanno a perdere tempo intorno a scontrini, parenti e amici che avrebbero fatto o non fatto cose: il più rimane ancora da fare. Non è che adesso siamo a posto e quindi possiamo passare una stagione autunno-inverno a massacrarci allegramente.
La questione è molto semplice. Le previsioni economiche non sono infallibili e vanno aggiornate continuamente per tenere conto dei cambiamenti nel frattempo intervenuti nella realtà. Bene. L’ultima edizione del rapporto di Oxford economics sull’Italia dovrebbe servire allora a riflettere.
I termini della questione sono molto chiari. Nonostante tutto quello che si è fatto, la crescita di quest’anno dovrebbe essere dello 0,8 per cento. Troppo prudenti? Forse sì. Tutti pensiamo che si possa arrivare almeno all’1 per cento, ma dai modelli econometrici di Oxford economics esce solo, per ora, uno 0,8 per cento.
L’anno prossimo dovrebbe andare meglio: 1,2 per cento. Le varie misure del governo a qualcosa servono, visto che fanno aumentare la crescita del 50 per cento. Subito dopo, però, vengono le cattive sorprese. L’Italia ripiega su se stessa e torna a crescere poco più dell’1 per cento e lì rimane a tempo indefinito, con una preoccupante tendenza a rallentare nel corso degli anni.
Come interpretare queste esercitazioni matematiche?
1- La spinta c’è, qualcosa è stato fatto e si vede dal meno 0,4 per cento dell’anno scorso si passa allo 0,8 per cento di quest’anno e poi all’1,2 per cento. Una progressione netta.
2- Ma poi si ripiega: le ancora troppe poche riforme fatte e, quasi certamente, i problemi di popolazione (in decrescita) cominciano a farsi sentire.
La conclusione alla quale si arriva è alla portata di tutti. Il cambiamento, appena iniziato, della società italiana è ai suoi primi passi. Per essere davvero moderni, e per correre più veloci, ben altro bisogna fare. Quindi sindacati sonnolenti, imprenditori un po’ pigri e politici che stanno in Parlamento a fare i ragazzacci (insulti e sberleffi) sono tutti avvisati.
Il paese ha cominciato a muoversi, ma se non vi mettete a spingere il carro, si torna rapidamente indietro: se si va avanti così, ad esempio, nel 2024 la disoccupazione sarà ancora vicina al 10 per cento. Saremo rimasti, allora, per quindici anni con una disoccupazione al di sopra del 10 per cento. Un disastro sociale immenso e una vergogna per qualsiasi classe politica.
Dopo di che, i deputati possono entrare, uscire dall’aula, fare gestacci o non farli: il paese che c’è di fuori, però, è quello che ho appena cercato di raccontare. E non è bello.