“Grillo pagato a nero”.”Tu il re del nero”. Beppe e Silvio diversamente evasori

Berlusconi e Grillo
Silvio Berlusconi e Beppe Grillo

ROMA – Accusa: lui “è conosciuto perché voleva gran parte dell’ingaggio in nero”. Replica: “Uno dei più grandi evasori della storia che dà dell’evasore a me…”. Divertente potrebbe essere inserire a piacere e con fantasia i soggetti che reggono questo scambio di battute ma, come non raramente accade in Italia, la realtà  supera la fantasia. A muovere l’accusa è Silvio Berlusconi e, a replicare, Beppe Grillo. Moderati toni da campagna elettorale.

Sorvolando su più affettuosi appellativi quali “assassino” o “morto vivente”, forse sottovalutata nelle cronache di ieri è stata la sottolineatura fatta dall’ex cavaliere sulle qualità cromatiche imprenditoriali dell’ex comico il quale, secondo Berlusconi, sarebbe noto nel mondo dello spettacolo perché uso, almeno in passato, non solo chiedere ma pretendere parte consistente del compenso in nero. “Grillo è conosciuto in tutto il mondo dello spettacolo – ha spiegato il leader di Forza Italia in una delle sue tante apparizioni televisive – come uno che non faceva spettacolo se non era pagato in gran parte in nero, l’ha denunciato un coraggioso imprenditore, vederlo ora lì che fa il moralista in televisione è qualcosa che mi disturba”.

Ora, assodato che l’ex premier è certamente uomo che di spettacolo e tv ne sa, e quindi le sue accuse non sono forse del tutto campate per aria, e assodato che anche Grillo ha come tutti gli umani la sua dose di scheletri nell’armadio, va sottolineato da quale pulpito viene la predica: da un signore che, al netto dell’infinità di accuse che gli vengono mosse e di ombre che gravano su di lui, è un condannato in via definitiva per truffa fiscale ai danni dello Stato. Cioè, in parole più dirette, un evasore certificato ed accertato, reo di aver sottratto alle casse pubbliche alcune decine di milioni di euro (quelli accertati).

Grillo, simpatico o meno che sia e stia, ha ovviamente avuto gioco facile nel rispondere: “Uno dei più grandi evasori della storia dà dell’evasore a me? E’ fantastico…”. Gioco facile, anzi facilissimo che però, in realtà non fornisce spiegazioni. Il leader 5Stelle se l’è infatti cavata egregiamente con una battuta ma alle accuse di Berlusconi, comunque circostanziate, non ha in realtà risposto. Il “pulpito” berlusconiano non è sicuramente abilitato a nessuna predica, resta però il fatto che la trasparenza non è negli usi, costumi e valori degli uomini pubblici italiani, anche quelli nuovi. Si preferisce usare il “parola di re”. Si narra che una volta in una partita di poker l’allora scià di Persia dichiarò di avere con le sue carte un punto altissimo, alla muta ma pressante richiesta di mostrare le carte e il punto, si narra abbia detto “parola di re…”. Ecco a suo modo anche Grillo sulla questione un po’ miseranda di un eventuale “nero” d’artista in gioventù più o meno giovane ha risposto con un… parola di re.

Silvio Berlusconi, l’amante del cerone, ha sfoderato un incredibile faccia di cera, appunto, nell’accusare Grillo di evasione fiscale, dimenticato semplicemente la condanna di questa estate, definitiva, la successiva espulsione dal Senato, la separazione col suo delfino Angelino Alfano figlia della rottura dell’ex cavaliere col governo Letta a sua volta prodotto della decadenza da palazzo Madama e, ha scordato, anche la successiva non candidabilità alle elezioni di domenica prossima. Con un candore effettivamente notevole Berlusconi ha fatto finta che tutto questo non sia mai accaduto. Una dimenticanza per cui la giustificazione migliore sarebbe l’età, ma non di questa risultato. Questa è spudoratezza oltre ogni immaginazione.

Dall’altra parte però Grillo, Grillo il leader che prima, in un’altra vita, era stato Grillo il comico. Comico di cui da tempo si è detto prendesse soldi in nero, ma le voci, giustamente, possono anche esser frutto di invidia e maldicenze e, come tali, venire trattate.

Berlusconi però, per quanto certamente il meno adatto a parlare di evasione fiscale, ha fatto nomi e cognomi:  “Grillo portava in giro il proprio spettacolo facendosi pagare in nero. Ci sono tre miliardi che ballano e che l’impresario Lello Liguori ha versato nelle tasche del comico”. “Per ogni serata prendeva 70 milioni – ha spiegato Liguori al Giornale – ma solo 10 erano regolari”. E, non pago, ha anche affermato Berlusconi di avere carte e testimoni in grado di documentare le accuse. Grillo, dopo le parole di Liguori, ha annunciato querela. Massimo Gramellini, su La Stampa, ha intitolato la sua rubrica: “Fronte degli sfrontati”.

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