ROMA – Gianroberto Casaleggio, chi era, anzi chi è costui? Del “guru”, così lo chiamano le scarne cronache, che affianca, e da cui forse nasce il fenomeno Grillo, poco o nulla si sa. Schivo, allergico alle interviste e molto attento ad apparire solo per il minimo indispensabile, Casaleggio comincia, suo malgrado, a comparire sempre più spesso anche sui mezzi di comunicazione che tanto fortemente osteggia: i quotidiani. Lui e Beppe Grillo hanno creato, insieme, quello che è diventato uno dei blog più influenti del pianeta prima (lo certifica la rivista americana Forbes), e una nuova realtà politica poi. Ma se per i più Grillo è la mente di tutto, colui da cui tutto questo discende, nella realtà c’è invece un personaggio che il comico affianca e che forse persino lo precede: Gianroberto Casaleggio. Dire chi dei due è la mente e chi il braccio non è cosa semplice.
Se per la scienza spiegare cosa c’era prima del Big Bang, da cui l’universo è nato, è al momento impossibile, più semplice è spiegare cosa c’è a monte e prima di Beppe Grillo. Come il comico genovese, quello stesso comico che prendeva a randellate i computer nei suoi spettacoli sia diventato uno dei blogger più in vista della rete, e come abbia fatto di internet lo strumento principe delle sue battaglie, e anche del suo successo elettorale, trova spiegazione in questo personaggio che somiglia al Telespalla Bob dei Simpson. La conversione di Grillo, il suo essere folgorato sulla via dei bit, sarebbe opera e merito non dello spirito santo ma del guru della comunicazione che risponde al nome di Gianroberto Casaleggio.
Grillo e Casaleggio si sentono più volte al giorno, pianificano tutto nei minimi dettagli, dai post del blog alle strategie elettorali sino agli eventi come il V-Day. Se nei telegiornali il nome di Casaleggio non compare mai, quello stesso nome è ben noto ai grillini. Di Casaleggio sanno che viene dall’universo Telecom, in cui ha lavorato, che è un esperto di comunicazione, ha creato il sito di Antonio Di Pietro, che è un convinto sostenitore della rete come futuro unico mezzo di comunicazione. Sanno anche che ha il suo ufficio nella Milano della finanza, accanto alla Scala, che tra i soci storici ha nomi noti proprio della finanza e del mondo degli affari (non che ci sia nulla di male, anche se sono esattamente quei soggetti contro cui Grillo si scaglia un giorno sì e l’altro pure). E sanno anche quali sono le sue profezie…
Sì, profezie è il termine adatto. Perché se Casaleggio è senza ombra di dubbio un “genio” della comunicazione e un esperto di internet, ha anche lui i suoi vezzi e i suoi lati oscuri. Su di lui si favoleggia che, amante e ammiratore di Re Artù, tenesse riunioni in un castello seduti ad una tavola rotonda. Ma se questa è forse fantacronaca, reali sono invece le sue previsioni sul futuro, sul nostro futuro. Casaleggio prevede per noi, per l’umanità, un mondo nuovamente diviso in blocchi. Da una parte ci sarà, tra poco, il mondo occidentale, democratico e con libero accesso alla rete. Mondo a cui si contrapporrà il trio liberticida Russia / Cina / Medio Oriente. Da questa contrapposizione nascerà una guerra, tra appena 6 anni, nel 2018, che cambierà il mondo che noi conosciamo. Sarà una guerra lunga e devastante: finirà nel 2040 e vi sopravviverà appena un miliardo di essere umani, cioè circa 6 miliardi di persone moriranno. Ma da questa guerra verrà qualcosa di buono, sempre secondo Casaleggio: nascerà Gaia. Nascerà un mondo nuovo, felice e libero. Gaia appunto.
Se la fantastoria può far sorridere e può far pensare a Casaleggio come un personaggio stravagante, altro è la cronaca. Il guru infatti non si dedica solo a previsioni future e fantasiose, ma lavora sodo anche nel quotidiano con il suo amico Beppe Grillo. Dietro le tensioni di Parma, con il neo sindaco che vuole Valentino Tavolazzi, espulso dal M5S, nel suo staff, ci sarebbe proprio Casaleggio. Così come ci sarebbe lui dietro le tensioni e le preoccupazioni che animano i grillini in questi giorni. Preoccupazioni che sarebbero in primis le preoccupazioni proprio di Casaleggio, rilanciate e rivissute da Grillo, retrocesso al ruolo di frontman.
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