ROMA – Tre. Un gran bel numero che ha dalla sua molte buone ragioni per essere scelto, dalla storia del numero perfetto alla simbologia della trinità e via dicendo. E ora, alle ragioni del tre, si è aggiunta anche l’indicazione di Papa Francesco che ha invitato “ad una paternità responsabile”, esortando i cattolici a non essere “come conigli” e fare possibilmente tre figli e non di più. Non due e non quattro, ma proprio tre. Perché abbia scelto questo numero, Bergoglio non l’ha detto, ma l’indicazione data, a prescindere dal valore numerico, ha decisamente una sua rilevanza.
Tre dunque e non di più, ma come si fa? Anticoncezionali non si può e non si deve secondo Cattolica Chiesa. Allora astinenza dal terzo figlio in poi? O la cinica lotteria del coitus interruptus, o l’indovina giusta tra i giorni fertili della donna?
La donna, a parte l’assenza della maternità che, evidentemente, può essere anche irresponsabile o, più probabilmente, gioca sul tema in un ruolo di secondo piano e, in sostanza, si limita subire gli eventi, un interrogativo enorme nasce infatti dall’indicazione di Bergoglio. Un interrogativo che non è solo speculazione teorica in materia di fede ma, al contrario, è un interrogativo che si riflette nella vita concreta dei credenti. Passi, diciamo così, per chi a tre figli, complici la natura ed il caso, nel corso di una vita non arriva; ma come si deve comportare chi, al contrario, ha già messo al mondo tre creature e non ha raggiunto ancora, fortuna sua, la pace dei sensi?
La pillola anticoncezionale è peccato. Quella del giorno e dei giorni dopo non ne parliamo nemmeno e tutte le terapie ormonali che inibiscano temporaneamente la fertilità sono alla stregua di intrugli del demonio. Il preservativo non si può usare, a meno che aperture in materia non siano state fatte negli ultimi secondi e di nascosto. Gli anticoncezionali tutti peccato erano prima del “no conigli, solo tre figli” e peccato restano (anzi dalle parti della Chiesa cattolica restano anche molti che rimpiangano non siano reato oltre che peccato). Come si deve quindi comportare un uomo, e via, anche una donna, cristianamente sposati, che frequentano la parrocchia, hanno fatto battezzare e fare tutti i sacramenti alla prole, in altre parole un/una cristiano/a modello/a, nei confronti del sesso?
“Crescete e moltiplicatevi ma senza esagerare, è la lieta novella annunciata ieri dal Papa Pop. I buoni cattolici, dice Francesco, non devono comportarsi come conigli. E due millenni di storia ecclesiastica e di lenzuola ricamate ‘non lo fo’ per piacer mio, ma per dare figli a Dio’ sembrerebbero finire in naftalina”, scrive Massimo Gramellini su La Stampa di oggi. E in naftalina, in fondo, anche ai severi occhi della Chiesa erano già finiti. Da tempo, non molto a dire il vero, si può infatti dire che il sesso per piacere e non solo a scopo riproduttivo sia tollerato come debolezza umana se non pubblicamente almeno nei fatti dalla Chiesa. Ma, anche e proprio in ragione di questo, il dubbio rimane. A meno che, ovviamente, l’indicazione di Papa Francesco non nasconda una botta di restaurazione e non intenda che, dopo i tre figli, addio al sesso e via alla castità.
Sperando che non si chieda la castità, abbiamo detto che anticoncezionali non se ne possono usare. Resta allora il coitus interruptus e poco altro. O forse sarebbe meglio dire “la cinica lotteria del coitus interruptus”, dall’esito imprevedibile come quello dei rigori nel calcio. Non è infatti questo un metodo esente da rischi e, sbagliando le mosse più che i calcoli, con un deficit anche minimo di agilità si rischierebbe di rendere vano il consiglio papale a non imitare i conigli nel riprodursi. Una prospettiva non felice per il cattolico modello di cui sopra. Alternative poche. Si può tentare un grande rispolvero del ormai desueto metodo Ogino-Knaus, ma anche in questo caso, affidandosi al conteggio dei giorni fertili, la certezza del risultato non c’è, è un po’ come consultare l’oroscopo.
Toni semiseri a parte, l’indicazione data da Bergoglio pone una serie di questioni niente affatto irrilevanti per quella fetta, ampia, di popolazione che si ritiene credente e cristiana. E come rapportarsi al sesso dopo aver messo al mondo tre figli, in un contesto culturale che non concepisce l’uso di anticoncezionali, è una questione assolutamente concreta che, per ora, non ha una risposta. Tranne quella della fede ovviamente e della Provvidenza che ci pensa lei, ammesso che abbia il tempo e la voglia di occuparsi specificamente di spermatozoi e ovuli capillarmente, letto per letto.
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