LONDRA – Avete presente quei simpatici, buffi pennuti che camminano barcollando su due zampe? I pinguini, esatto. Uccelli marini che, anche grazie al cinema, sono diventati nell’immaginario collettivo sinonimo di simpatia e, persino, eroismo. Uno studio tenuto nascosto per 100 anni racconta ora il loro lato oscuro: stupri, necrofilia, omicidi, baby gang e omosessualità. Verità troppo brutali per l’Inghilterra di inizio ‘900 e per il mondo intero. Ma verità che sono in realtà banali, comportamenti simili si ritrovano in molte specie, e verità che sono brutali solo per noi umani che le leggiamo con gli occhi dell’unica specie dotata di etica. E, nonostante questo, anche tra gli umani gli stupri, la violenza gratuita e un’infinità di comportamenti aberranti non mancano certo.
“I pinguini di Adelia fanno sesso fra maschi, a volte violentano le femmine, uccidono i pulcini, talvolta i maschi si accoppiano perfino con femmine morte, anche da tempo…”. Così scriveva il naturalista inglese George Murray Levick in un rapporto rimasto “segreto” per non scandalizzare la Gran Bretagna dei primi del ‘900. Levick era uno scienziato al seguito della spedizione di Robert Scott al Polo Sud datata 1911 – 1913. Il naturalista britannico passò l’estate del 1911/12 a osservare le colonie di pinguini di Adelia nella zona di Cape Adare, e quello che vide lo turbò così tanto che compilò i suoi appunti in greco antico, rendendoli quindi indecifrabili ai più. Tornato in Inghilterra Levick pubblicò un trattato intitolato Natural History of the Adelie Penguin, stralciando però la parte che descriveva le abitudine sessuali dei pennuti. A questo tema dedicò invece un secondo testo segreto: Sexual Life of the Adelie Penguin, circolato solo in un ambiente ristretto e ritrovato dal curatore della sezione sugli uccelli del Museo di Storia Naturale di Londra, Douglas Russell, fra le carte originali della spedizione Scott.
Le osservazioni del naturalista di inizio secolo erano, evidentemente, scientificamente buone. Levick decise però di tenerle segrete o quasi perché inaccettabili per il mondo in cui viveva. Lo stesso mondo che pochi anni dopo diede vita alla Grande Guerra, lo stesso mondo che appena tre decenni dopo organizzò lo sterminio degli ebrei e di altre popolazioni e costruì la bomba atomica, lo stesso mondo che in quegli stessi anni schiavizzava e massacrava migliaia di individui di “razze inferiori”.
L’errore di Levick, come degli umani in generale, è quello di antropomorfizzare i comportamenti animali. Quello che per noi è infanticidio, quindi assolutamente intollerabile, all’interno di dinamiche naturali è semplicemente l’eliminazione di un problema al proseguimento della specie. La necrofilia descritta nei pinguini, semplicemente l’errore di un maschio inesperto che ha confuso il corpo disteso di una femmina morta con quello di una disponibile ad accoppiarsi. Leggere con occhi umani porta inevitabilmente a dare giudizi che sono in realtà assolutamente privi di senso. Noi umani siamo gli unici animali dotati di coscienza, eppure siamo pronti ad inorridire di fronte a comportamenti apparentemente brutali degli animali e allo stesso tempo dimenticare i comportamenti realmente brutali della nostra specie, quando siamo noi i soli a sapere quello che facciamo.
Come la storia insegna siamo noi gli animali più brutali che popolano questo pianeta e, comportamenti simili a quelli osservati dal naturalista di Sua Maestà ad inizio secolo scorso, non sono affatto rari in natura. Lo stupro è frequente anche tra leoni marini e anitre; l’infanticidio, a volte accompagnato da cannibalismo, è assai diffuso anche tra animali erbivori come zebre, cavalli, scimmie, capibara e ippopotami; aquile e sule si macchiano di fratricidio mentre altri pennuti praticano la prostituzione, come spiega Danilo Mainardi sul Corriere della Sera. La natura è molto più dura e brutale di come la dipingiamo noi esseri umani, animali “simpatici” come i pinguini possono compiere atti che ai nostri occhi sono riprovevoli, mentre animali da sempre considerati “antipatici” si possono rivelare campioni d’altruismo, ed è il caso di sciacalli e pipistrelli vampiro con i secondi che, una volta sazi, sono ben disposti a condividere il sangue in più.
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