TORINO – Michele Giovine, esponente della maggioranza di centrodestra in regione Piemonte, è stato sospeso dal Consiglio regionale. A Giovine subentra Sara Franchino, prima dei non eletti. Letta così potrebbe sembrare una di quelle tante storie di malapolitica a cui siamo ormai sin troppo abituati. Al contrario però di quello che si potrebbe credere non è Giovine il batman di turno beccato con le mani nel sacco, e nemmeno il protagonista della nostra storia. La vera protagonista è invece Sara Franchino, prima dei non eletti, ma anche collaboratrice e fidanzata di Giovine oltre che, da ieri, consigliera regionale al di lui posto.
La sospensione di Giovine, eletto nelle file dei Pensionati per Cota, è stata notificata a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio piemontese, ieri (20 dicembre). Una notizia in qualche modo attesa, le contestazioni rivolte a Giovine sono legate alla vicenda delle firme false presentate a supporto della candidatura della lista in questione. Quella lista che, con i suoi 27 mila voti, ha contribuito in modo determinante all’elezione di Roberto Cota alla guida della regione Piemonte. Ha vinto infatti Cota con un margine sulla sfidante Mercedes Bresso di appena 9 mila voti. Uno scarto talmente minimo che, insieme ad altre evidenze, ha spinto la Bresso a presentare ricorso alla magistratura contro l’elezione di Cota. Se infatti la lista di Giovine falsificò le firme e non era in regola con gli adempimenti per correre nella tornata elettorale appare abbastanza evidente che i suoi 27 mila voti non sono validi e, di conseguenza, con uno scarto di 9 mila…
Ma non è paradossalmente questo l’aspetto più grottesco della vicenda. Sono al contrario le conseguenze della sospensione a meritare l’onore delle cronache. Già, perché in seguito alla sospensione di Giovine la regione, ergo i cittadini, cioè le vittime vere della truffa delle firme, dovranno pagare ora due stipendi, per la serie oltre al danno la beffa. Uno stipendio, dimezzato, a Giovine, e uno, intero, alla Franchino. Una vera e propria manna dal cielo per i due che sono fidanzati. Diventa infatti paradossalmente la sospensione un vero e proprio colpo di fortuna per i due che, grazie a questa, possono ora contare su un reddito familiare molto più sostanzioso. E per i due la famiglia è certo cosa importante tanto è vero che, all’indomani della sua (contestata) elezione, Giovine aveva già scelto la Franchino come sua collaboratrice, con relativi emolumenti ovviamente.
Un legame così solido quello tra i due che già in campagna elettorale erano uno scudiero dell’altro, entrambi candidati con i Pensionati per Cota. Ora, con appena 98 voti al suo attivo, la Franchino è diventata consigliera regionale di maggioranza. Colpa, se colpa è, della legge elettorale che da la possibilità di essere eletti e percepire uno stipendio di diverse migliaia di euro con appena 98 preferenze, praticamente l’equivalente di un condomino.
La sospensione, attesa da tempo, è arrivata in seguito alla condanna di Giovine in due gradi di giudizio penale per le firme false, ovvero per le irregolarità riscontrate nella presentazione e certificazione della sua lista. Una vicenda sulla quale il Tar del Piemonte, a cui l’ex presidente Bresso si è rivolta dopo aver perso le elezioni, ha sospeso il giudizio in attesa che i vari procedimenti vengano conclusi. La Bresso si è detta “soddisfatta” per la sospensione, ma non per l’avvenuta sostituzione. “Trovo inaccettabile – afferma – che Giovine venga sostituito da chi si trova nella sua stessa situazione. Della Franchino – ricorda – si era già accertata nei processi la falsità della firma. La Regione da oggi si trova così a dover stipendiare un nuovo eletto di una lista falsa”. Pd, Sel, Radicali e Movimento 5 Stelle sono tornati a chiedere il voto anticipato per il Piemonte ma, nel frattempo, Cota resiste e i piemontesi pagheranno uno stipendio in più.