MILANO – Renzo Bossi, meglio noto come “il trota”, guadagna ogni anno come tre governatori degli Stati Uniti messi assieme. Lui, il trota, 150.660 euro netti. Loro, i governatori del Maine, del Colorado e dell’Arkansas, rispettivamente 52.801 euro, lordi, 67.888 e 65.890, totale 186.579. Tolte le tasse agli americani, il giovin Renzo guadagna forse anche più dei tre americani sommati tra loro. Il conto lo ha fatto il professor Antonio Merlo della University of Pennsylvania ed è stato ripresp da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera. Certo non è un reato, la regione Lombardia paga così tutti i consiglieri, ad esempio Nicole Minetti e Filippo Penati, tanto per fare i due nomi che prima vengono in mente. E Bossi jr non si vede perché dovrebbe far eccezione. Ma quasi 12mila euro netti al mese sono però una bella somma, chissà come fanno i politici americani con la loro miserrima busta paga, poverini.
Il trota, come lo soprannominò suo padre, Bossi senior, quando gli chiesero se suo figlio sarebbe stato il suo delfino, è stato eletto ed è quindi normale che guadagni come tutti i suoi colleghi. E lasciamo perdere il fatto che abbia solo il diploma, preso tra l’altro con enorme fatica al terzo o quarto tentativo dopo altrettante bocciature, e lasciamo stare anche i suoi strafalcioni linguistici che hanno arricchito il web. Il trota, come ci tiene a ricordare Roberta Cota, è stato eletto e Bossi jr, sul suo sito, precisa anche “con 12836 preferenze”.
E facciamo anche finta di non ricordare che Bossi padre e la Lega erano quel partito che si proponeva come “diverso”, ostile non solo a Roma ladrona ma a tutte gli sprechi in genere, con particolare accanimento verso gli sprechi dello Stato a spese dei cittadini. Renzo Bossi, classe 1988, riceve dallo Stato oltre 150mila euro netti l’anno. L’aderenza dei proclami leghisti con la realtà la valuteranno, forse, gli elettori. Ma è giusto che un consigliere regionale lombardo guadagni queste cifre, si chiami Bossi e abbia qualunque ogni altro cognome?
La regione Lombardia, quella che si vanta di essere la locomotiva d’Italia, quella che ospita la capitale morale ed economica del Paese versa, ai suoi consiglieri, circa il triplo di quello che lo stato della California versa ai loro omologhi. Per inciso, la California, ha tre volte e mezza la popolazione della Lombardia e, se fosse uno stato autonomo, avrebbe un Pil che si classificherebbe al 7° posto della classifica mondiale. La cosa appare un po’ squilibrata.
Ed appare squilibrata quando lo stipendio lo prende un professionista, appare un po’ più squilibrata quando lo prende un professionista della politica diciamo così all’inizio della carriera.
Renzo Bossi, nel suo sito, scrive: “Sono nato a Varese nel 1988 in un monolocale che era la prima sede della Lega Nord, allora Lega Lombarda. Sono cresciuto in mezzo a manifesti e volantini ed ho sempre respirato la passione della politica come voglia di riportare la libertà ai nostri popoli. Libertà di lavorare senza il peso di uno Stato opprimente, libertà di studiare la nostra storia, di vivere le nostre tradizioni, di rispettare i nostri territori.
Oggi sento che impegnarmi in prima persona può essere il modo più naturale di continuare a coltivare quelle passioni che ho vissuto nella mia famiglia e nelle piccole sezioni di paese della Lega. Da lombardo e federalista nato sono convinto che la Regione Lombardia è l’istituzione che maggiormente rappresenta la voglia di libertà unita al rispetto delle tradizioni dei nostri popoli. Mi rendo utile assumendo la difesa dei nostri territori, lavorando per le nostra piccole imprese, per la crescita dei posti di lavoro e per le future generazioni delle quali mi sento parte”. Programma e intenti vasti e abbondanti. A quando onorarli con una proposta perchè la Regione Lombardia e tutte le Regioni italiane paghino i loro consiglieri con un o stipendio un po’ meno vasto e abbondante di 150mila euro netti all’anno?
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