MILANO – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su Uomini & Business col titolo Deficit di serietà.
E’ un vizio italiano molto consolidato: i debiti non si pagano. O, almeno, si pagano con molto ritardo. Il soggetto più specializzato in questa pessima abitudine è naturalmente la pubblica amministrazione. La giustificazione è sempre la stessa, ovviamente: non vedete come siamo ridotti?, non abbiamo un soldo. Però ci sono settori della pubblica amministrazione che pagano con ritardi accettabili e altri che invece accumulano debiti e ritardi spaventosi.
L’elemento che manca sempre, nei rapporti fra lo Stato (e le sue propaggini) e chi gli fornisce dei servizi è la serietà. Ogni nuovo governo, nell’atto del suo insediamento, fa sempre una promessa solenne: pagheremo in tempo. Il tempo di giurare davanti al presidente della Repubblica e quella promessa è già dimenticata. E ricomincia il calvario dei fornitori per ottenere almeno qualche anticipo.
I soldi non sono tanti, è vero. Ma la vicenda ha due facce. Non risulta, cioè, che la pubblica amministrazione, soprattutto in periferia, faccia il possibile e l’impossibile per risparmiare e quindi per pagare puntualmente chi fornisce il gasolio per riscaldare le scuole o gli uffici pubblici. Abbiamo quattro o cinque regioni con la sanità commissariata perché in deficit eccessivo. Però i famosi costi standard ancora non si sono visti. I consiglieri regionali, mediamente, si sono attribuiti stipendi tali che già la metà sarebbe uno scandalo. La regione Sicilia ha tanti dirigenti come tutte le altre regioni messe insieme e tante guardie forestali come se fosse l’Amazzonia. Ma non basta.
I soldi non ci sono, dicono, ma comuni e regioni si ingegnano ogni giorno per allargare il perimetro dei loro interventi. Ogni attività umana rientra nel loro campo d’azione (in Lombardia già distribuiscono una specie di reddito di cittadinanza, così perché Maroni ha il cuore grande). Poi magari si scopre che sanno fare ottimi festival del Cinema (vedi Roma), ma non sanno far circolare i tram o portare via la spazzatura. Certo un festival è più divertente, con le attrici e il red carpet, dei netturbini o degli autisti dell’Atac.
Il risultato finale di tante di queste gestioni approssimative e velleitarie è che alla fine mancano soldi. E allora si comincia con il non pagare i fornitori. Poi qualche santo provvederà.