BEIRUT – Rapite dalle loro case, stuprate fino alla morte perché si convertano all’islamismo e poi vendute come mogli ai jihadisti che lottano per la fondazione dell‘Isis. Questo il destino delle 300 donne yazide rapite in Iraq e distribuite ai jihadisti, come denunciato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. Almeno 27 i casi accertati di donne yazide vendute al prezzo di mille dollari come mogli tra le province siriane di Aleppo, Raqqa e Hasakah.
Il Messaggero riporta le parole dell’ong siriana:
“«Ogni donna – secondo l’ong – è stata venduta per mille dollari, dopo essere stata costretta a convertirsi all’Islam»”.
Pakhshan Zangana, funzionaria del governo regionale del Kurdistan iracheno, ha spiegato a “The Daily Beast” che lo scenario è ancora più drammatico per le donne rapite, a cui restano solo due possibilità:
“convertirsi all’Islam ed essere vendute per cifre irrisorie, tra i 25 e i 150 dollari, o rifiutarsi e subire stupri e violenze, fino a una lenta morte. Zangana ha riportato le testimonianze di alcune ragazze, tra le quali anche 14enni, che hanno subito stupri da decine di uomini. Alcuni testimoni hanno raccontato all’Osservatorio che in molti casi alcuni civili siriani hanno provato a comprare le ragazze con l’intento di liberarle, ma le giovani vengono concesse solo a militanti dello Stati islamico”.
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