ROMA – Arriva in Senato il caso legato a Riccardo Magherini, l’ex calciatore morto il 3 marzo dopo essere stato bloccato dai carabinieri.
Una conferenza tenutasi questo pomeriggio, 24 aprile, a Palazzo Madama a cui hanno preso parte il senatore del Pd Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti Umani, l’avvocato della famiglia Aldrovrandi Fabio Anselmo e Andrea Magherini, il fratello dell’ex promessa viola.
Una presentazione di quei casi difficile su cui la procura di Firenze sta lavorando da tempo dopo che il quarantenne è stato colto da un arresto cardiaco in Borgo San Frediano durante un arresto.
Dopo un primo video, sebbene in quello si sentano solo urla strazianti, i parenti ne hanno diffuso un altro inedito. Oltre alle foto della salma. Riccardo Magherini “chiedeva aiuto sin dal primo momento e poi è morto” ha sottolineato il senatore del pd Luigi Manconi.
ATTENZIONE: IMMAGINI FORTI, NON ADATTE A UN PUBBLICO SENSIBILE: FOTO ANSA
Accanto a lui il fratello Andrea, il padre Guido, e l’avvocato Fabio Anselmo. E’ lui a seguire tutti questi casi, quelli di ‘chi viene ucciso due volte’. Una definizione data da un quotidiano della sua città, Ferrara. Qui lui ha cominciato quel percorso: nel 2005 è stato il primo legale della famiglia Aldrovandi, poi dal 2009 segue il caso Cucchi e il caso Uva. Adesso si sta anche occupando del caso Bianzino, Budroni e Rudzan. Così i familiari di Magherini si sono messi in contatto con lui.
“Abbiamo già vissuto scenari terribilmente simili con protagonisti diversi. Magherini è stato definito come tossico dipendente, come se la sua morte si potesse derivare da cocaina. Lo stesso era successo per Aldrovandi. Riccardo è stato denunciato dopo la sua morte, come Giuseppe Uva. Denunce inutili, perché i responsabili non posso subire processo che però vengono marchiati dalla denuncia per violentare l’immaginario collettivo e dare un’immagine mistificata della vittima. Magherini era invece incensurato e non aveva mai mancato di rispetto alla legge italiana. Assumeva cocaina ma non solo di questo è morto” ha spiegato il legale.
“Il video riprende l’episodio a partire da qualche secondo dopo dell’una e ventisette del mattino del 3 marzo. Riccardo chiede aiuto sin dal primo momento e ha creduto di trovarlo nei quattro carabinieri. Dopo il fermo è morto. Le immagini lasciano nitidamente vedere che i comportamenti dei carabinieri sono illegali” ha commentato Manconi.
“Se quelle persone non avessero avuto la divisa sarebbero indagati per omicidio. Ma in questo caso l’unico denunciato è il morto. Pensavo, con i casi precedenti e le sentenze emesse, qualcosa fosse cambiato. Siamo stanchi di ritrovarci sempre di fronte a queste situazioni: si continua a denigrare chi ha la colpa soltanto di essere morto” spiega Anselmo.
“Un ultimo dettaglio lascia sconcertati: a raccogliere le testimonianze sul caso sono stati gli stessi carabinieri coinvolti nel fermo di Riccardo. “Questo è fuori procedura. Su questa morte si deve conquistare, senza retorica, verità e giustizia” ha concluso il senatore del Pd.
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