ROMA – “Una ricercata- scrive Ilario Filippone del Messaggero – si prostituiva sotto gli occhi di alunni e docenti dell’istituto scolastico Giovanni Giorgi, in via Perlasca, nel quartiere Collatino. Gli agenti del commissariato Prenestino sono andati a prenderla nella sua alcova, un materasso steso tra le sterpaglie e una coperta di lana per ripararsi dal freddo della notte: a quell’ora, stava aspettando un cliente, ma si è trovata i poliziotti davanti”.
L’articolo del Messaggero: (…) Sono stati i dirigenti dell’istituto scolastico a chiamare il 113. Una volta avuta la segnalazione, gli inquirenti si sono messi immediatamente al lavoro, così sono arrivati i primi riscontri: la romena era al lavoro a tutte le ore del giorno. Rovistando nel suo passato, gli agenti hanno scoperto dell’altro. La donna era ricercata dal 2013, da quando una sentenza di condanna per atti osceni, emessa dal tribunale di Avezzano, era diventata esecutiva. Nel mirino del commissariato Prenestino, sarebbero finiti altri casi simili. Nel segnalare quanto stava accadendo sotto i loro occhi, i responsabili della scuola avrebbero parlato di mercato del sesso: «I dirigenti dell’istituto tecnico – scrivono gli investigatori – si sono rivolti alla polizia di Stato in quanto dalle finestre dell’edificio si intravedevano, mal celate da alcuni teli messi “ad hoc”, alcune lucciole che consumavano i rapporti sessuali con i clienti». La sanzione prevista per il reato di “Atti osceni in luogo pubblico” oscilla da un minimo di tre mesi a un massimo di tre anni di carcere: «La pena è aumentata da un terzo alla metà – prevede il codice penale – se il fatto è commesso all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano» (…).