Vigevano, ricatto hard a don Giancarlo Padova: “Soldi per non svelar telefonate”

Vigevano, ricatto hard a don Giancarlo Padova: "Soldi per non svelar telefonate"
Il Duomo di Vigevano

VIGEVANO (PAVIA) – “Dammi mille euro o divulgo le conversazioni di telefonate hard tra te e alcuni romeni”. E’ la richiesta che don Giancarlo Padova, 73 anni, parroco del Duomo di Vigevano (Pavia) dice gli sia stata fatta da Mohamed Ibrahim Mansur, egiziano di 35 anni, sacrestano di un altro sacerdote e già indagato di recente per tentata estorsione ai danni di un terzo prete di Mortara.

Don Padova è parte offesa in un’inchiesta su ricatti a sfondo sessuale condotta dai carabinieri. La notizia è stata rivelata questa mattina dal settimanale locale “L’informatore” e dal quotidiano “Il Giorno” proprio all’indomani dell’apertura davanti al tribunale di Pavia del processo (subito rinviato) per i ricatti a luci rosse al santuario della Madonna della Bozzola di Garlasco, alla quale anche questo nuovo filone d’indagine sarebbe in parte collegato.

Il parroco sostiene che Mohamed Ibrahim Mansur gli abbia chiesto mille euro per non rivelare le registrazioni di telefonate compromettenti lui e alcuni romeni accusati di aver ricattato per anni (e centinaia di migliaia di euro) l’allora rettore del santuario lomellino don Gregorio Vitali e il suo collaboratore don Pietro Rossoni.

La richiesta di denaro a don Padova era finalizzata a far sparire il computer in cui sarebbero custoditi i file. Le indagini avrebbero appurato che in realtà le registrazioni non esistono, ma l’egiziano avrebbe cercato di speculare su conversazioni “hard” veramente avvenute e di cui era a conoscenza.

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