LONDRA – David Cameron, riconfermato premier britannico, ha la maggioranza assoluta. Manca una manciata di collegi al risultato finale ma il partito dei conservatori del premier ha conquistato i 331 seggi che gli garantiscono la maggioranza assoluta. In queste condizioni Cameron può governare da solo senza bisogno di alleanze. Un trionfo, insomma, che accompagna il corrispondente tonfo dei laburisti di Ed Miliband, dimessosi da leader del partito. Scarso risultato anche per i Libdem di Nick Clegg che, stando agli ultimi risultati, avrebbe solo 8 seggi.
In Scozia vincono i nazionalisti asfaltando i laburisti. La pasionaria Nicola Sturgeon ha fatto conquistare agli indipendentisti dell’Snp ben 56 dei 59 seggi che erano in ballo in Scozia: un record.
In Gran Bretagna si è votato per l’elezione di 650 deputati della Camera dei Comuni in altrettanti collegi uninominali.Affluenza al voto in aumento secondo dati reali parziali, ma consolidati. Dei quasi 50 milioni di cittadini aventi diritto si è recato alle urne per le elezioni politiche oltre il 66%, stando agli ultimi dati diffusi dai media.
La vittoria dei conservatori spinge la sterlina in avvio dei mercati che sale del 2,2% (il maggior balzo dal 2009) nei confronti dell’euro a 0,722 pence e dell’1,8% verso il dollaro a 1,551. Gli operatori sottolineano il programma più favorevole al mercato dei conservatori e gli effetti positivi di una maggioranza stabile ma anche i rischi dagli esiti del referendum sull’Unione Europea.
Non erano neanche le 6 del mattino quando David Cameron è comparso davanti alle telecamere. In giacca e cravatta ha parlato di “un futuro migliore per tutti”. “Una nazione, un Regno Unito, ecco come spero di governare se sarò abbastanza fortunato da continuare come primo ministro”.
“Una notte molto difficile e deludente” per il labour. Così ha twittato venerdì mattina il leader laburista britannico Ed Miliband che dopo qualche ora di riflessione ha annunciato le dimissioni.
John Mann, laburista critico, se l’aspettava il tonfo dei laburisti: “Lo abbiamo avvertito ripetutamente, coloro che lui nemmeno si abbassava a ricevere”. Un suo tweet sembra l’epitaffio per una politica che se non guarda al centro è destinata a fallire: “Nel 1983 subito dopo le elezioni scrissi che ‘la sinistra che ascolta è la sinistra che ascolta’, e questo resta valido anche oggi”.
Adesso si apre il dibattito sulla successione. Se prevarrà una posizione di continuità Burnham è il candidato più attrezzato, altrimenti, suggerisce il quotidiano progressista The Guardian, si opterà per la giovane speranza Chuka Umunna, una specie di Obama britannico. Figlio di un nigeriano e della figlia di Sir Helenus Milmo QC, magistrato della Anglo-Irish High-Court, promette di essere più business-frendly e più vicino alla tradizione blairiana. L’unica nel mondo labour in grado di vincere le elezioni. “Ed Miliband potrebbe essere sostituito da suo fratello maggiore David, l’ex-ministro degli Esteri, che molti consideravano l’erede naturale di Blair ma è stato battuto a sorpresa da Ed alle primarie del 2010 grazie al sostegno dei sindacati” sostiene invece John Kampfener, columnist del Guardian.