ROMA – “Mario Monti è politicamente per l’Europa”: con un titolo forte che giunge inaspettato, Le Monde, il più autorevole quotidiano francese intona il requiem per l’ex uomo dell’anno, l’ex salvatore dell’euro. Spicca, in italiano, la parola “fiasco”, di solito riservata ai fallimenti artistici a teatro e oggi ripescata per sintetizzare la caduta politica del presidente del Consiglio tenuto ancora in vita dall’impasse governativo del dopo-voto.
Che tutto questo accada al tecnocrate che ha appena terminato l’arduo compito di raggiungere la tenuta dei conti pubblici, non è nemmeno il minore dei paradossi su Monti, spiega il giornale. Se sono stati raggiunti gli obiettivi su deficit e indebitamento, la crescita mancata s’incarica di scalzare dal piedistallo il “miglior prodotto” dell’Europa, un Monti regolarmente smentito nelle sue previsioni di aumento del Pil. E la sua conversione tardiva a una politica economica più espansiva hanno minato le sue credenziali, “come un gol segnato a tempo scaduto”.
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