ROMA – Continuano gli sbarchi di migranti e i morti, anche bambini. L’Italia intensifica i controlli al valico del Brennero per l’Austria, e sempre al confine con l’Austria la polizia ceca marchia i migranti in arrivo con un numero scritto a pennarello sul braccio”per identificare il treno e il vagone”, dicono. A Budapest ci sono ancora duemila persone accampate davanti alla stazione centrale in attesa (o almeno nella speranza) di poter salire sui treni diretti in Austria e Germania. Treni fermi anche a Calais, ultimo lembo di terra francese prima della Manica e dell’agognato, per i migranti, Regno Unito. In un simile contesto i ministri degli Esteri di Italia, Francia e Germania chiedono una “forte risposta da parte dell’Unione Europea”.
In particolare i ministri Paolo Gentiloni, Frank Walter Steinmeier e Laurent Fabius chiedono a Bruxelles di rivedere le regole europee in materia di diritto di asilo, un sistema creato ormai 25 anni fa. I tre ministri chiedono una equa ripartizione dei rifugiati sul territorio europeo.
Da parte sua il ministro tedesco degli Interni, Thomas de Maiziere, si è detto pronto a modificare la Costituzione per affrontare l’emergenza con un pacchetto di modifiche da approvare entro ottobre.
Proprio la Germania, ed in particolare la Baviera, hanno chiesto tempo per riorganizzarsi per accogliere nuovi profughi, che così ora sono a carico della provincia di Bolzano. Per questo l’Italia ha intensificato i controlli al confine del Brennero.
La Germania resta la terra promessa per tanti, tantissimi migranti. Qui vorrebbero andare le migliaia di profughi, 2.280 solo martedì, entrati in Ungheria. Ma Germania e Austria hanno già fatto sapere che accoglieranno solo i rifugiati siriani, gli unici autorizzati a partire e salire sui treni ungheresi.
Verso la Germania erano diretti anche i migranti intercettati in Repubblica Ceca con delle scritte con pennello indelebile al braccio: gliele hanno fatte i poliziotti, per identificare il treno e il vagone, fa sapere Praga. Un gesto che ha provocato la naturale indignazione del presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna: “Decine di profughi sono stati letteralmente marchiati come fossero bestiame al macello, richiamando inevitabilmente il periodo più oscuro della storia contemporanea”.