Dall’altra parte dell’oceano la chiamano la nascita dell’ ‘Europa estremista’, come titola il settimanale Usa Newsweek, e comincia dall’Olanda: il Paese con una delle più antiche tradizioni di accoglienza, simbolo di multi-culturalismo e integrazione, avrà un governo che dipende dall’appoggio determinante del partito xenofobo di estrema destra di Geert Wilders.
Wilders sarà un giorno in Aula a sostenere la maggioranza, e un altro sarà in tribunale a difendersi dalle accuse di incitazione all’odio razziale. L’ultimo ostacolo al nuovo governo, che nasce dopo 111 giorni di trattative, è caduto il 5 ottobre.
I deputati cristiano-democratici del Cda, storico partito di maggioranza oggi relegato a quarta forza del Paese, hanno votato all’unanimità per la nuova coalizione, che prevede la nascita di un governo di minoranza di destra con i liberali, primo partito, e con l’appoggio esterno del Pvv di Wilders, diventato terzo partito e ora determinante per governare.
Ma la nuova formazione non nasce con buoni auspici: i numeri della maggioranza sono risicati (anche con Wilders ha solo un deputato in più, ovvero 76 deputati su 150) e inoltre i cristiano-democratici, pur avendo votato in suo favore, hanno annunciato che guarderanno ”sempre con spirito critico” a tutte le proposte del governo.
La paura è sempre per Wilders: il Cda ha avuto grandi difficoltà e una crisi di coscienza, che ha portato alla spaccatura del partito, prima di dire sì all’accordo con una formazione che si ispira a valori opposti a quelli della tradizione cristiano-democratica.
E anche se il Pvv non sarà nel governo, ha già strappato diversi punti del suo programma, tra cui il divieto di portare il burqa in pubblico, un limite all’ingresso degli immigrati non occidentali e il rinnovo del permesso di soggiorno a pagamento.
L’ascesa di Wilders verso il potere sembra ora inarrestabile, perché nemmeno il processo a suo carico per incitazione all’odio razziale e discriminazione, iniziato ieri, potrà fermare il temibile leader biondo platino, terrore degli immigrati. Il processo è stato sospeso perché Wilders aveva chiesto la ricusazione dei giudici, ma riprenderà perché una camera indipendente ha deciso che i giudici sono adeguati a svolgere il loro lavoro, e non sono di parte come invece aveva accusato l’imputato.
Ma nemmeno se dovesse essere condannato ad un anno di prigione Wilders rischia il suo seggio, nè rischia di perdere il peso che ha guadagnato fino ad oggi e che ha portato gli estremisti xenofobi al potere per la prima volta nella storia dell’Olanda.