Il governo polacco dichiara guerra al suo passato comunista e lo fa vietandone i simboli ancora presenti per le strade: addio dunque alle bandiere rosse e a poster e gadget con falce e martello.
Cadute da 20 anni le statue di Lenin, Varsavia vuole punire i nostalgici che rischiano fino a due anni di carcere: secondo la modifica dellāarticolo 256 del codice penale, (revisione giĆ passata in Senato), che potrebbe entrare in vigore entro il prossimo anno dopo la firma di lunedƬ del presidente Kaczynski, saranno vietati: Ā«La produzione, distribuzione, vendita, o possesso, in stampa o in registrazione, di tutto ciĆ² che possa rappresentare simboli fascisti, comunisti o un qualsiasi altro tipo di simbolo totalitaristaĀ».
Ā«Nessun simbolo del genere ha ragion dāesistere in Polonia, perchĆ© questi sono simboli di un sistema genocida che dovrebbe essere paragonato al nazismoĀ», ha commentato lāex presidente Jaroslaw Kaczynski, fratello gemello dellāattuale.
Lo storico polacco Wojciech Roszkowski perĆ² spiega: Ā«Il comunismo (per piĆ¹ di 40 anni al governo, ndr) ĆØ stato terribile, un sistema totalitario, basato sulle bugie, con una propria polizia segreta, che ha fatto milioni di vittime; fu simile al Nazionalsocialismo, e non cāĆØ assolutamente alcuna ragione di trattare questi due sistemi, con i loro simboli, in maniera differenteĀ».