ROMA – Non è vero che l’Italia ha troppi parlamentari: in Europa è solo ventiduesima, se si guarda al rapporto fra congressman e abitanti. Questa la classifica, tirata fuori dall’Ufficio Studi del Senato, quel ramo del Parlamento che Matteo Renzi vorrebbe ridurre a 150 componenti non eletti e non pagati.
Numero di parlamentari per 100.000 abitanti
1. Malta 16,4
2. Lussemburgo 11,2
3. Estonia 7,6
4. Cipro 6,5
5. Slovenia 6,3
6. Irlanda 4,9
7. Lettonia 4,9
8. Lituania 4,7
9. Ungheria 3,7
10. Finlandia 3,7
11. Svezia 3,7
12. Bulgaria 3,3
13. Danimarca 3,2
14. Austria 2,9
15. Romania 2,9
16. Slovacchia 2,8
17. Repubblica Ceca 2,7
18. Grecia 2,7
19. Regno Unito 2,2
20. Portogallo 2,2
21. Belgio 2,0
22. Italia 1,6
23. Polonia 1,5
24. Francia 1,4
25. Olanda 1,3
26. Spagna 1,3
27. Germania 0,9
L’Italia, con 1,6 parlamentari per 100.000 abitanti, ha un rapporto pro-capite più basso (e quindi migliore nell’ottica spending-review) della Gran Bretagna, del Portogallo, della Grecia. Ma ha più parlamentari pro-capite di Francia, Spagna, Olanda e Germania.
Se poi la classifica la si fa in numeri assoluti, l’Italia con i suoi 950 parlamentari è seconda, preceduta solo dalla Gran Bretagna:
Numero di parlamentari – Dati assoluti
1. Regno Unito 1.431
2. Italia 950
3. Francia 925
4. Germania 700
5. Spagna 616
6. Romania 588
7. Polonia 560
8. Ungheria 386
9. Svezia 349
10. Grecia 300
11. Repubblica Ceca 281
12. Austria 245
13. Bulgaria 240
14. Portogallo 230
15. Irlanda 226
16. Olanda 225
17. Belgio 221
18. Finlandia 200
19. Danimarca 179
20. Slovacchia 150
21. Lituania 141
22. Slovenia 130
23. Estonia 101
24. Lettonia 100
25. Cipro 80
26. Malta 69
27. Lussemburgo 60
Riporta Marta Paris sul Sole 24 Ore:
Il servizio studi del Senato ricorda anche le tappe del dibattito sulle riforme istituzionali in Italia dove si è discusso di riduzione del numero dei parlamentari (definito dagli articoli 56 e 57 della Costituzione), dibattito che si è aperto fin dagli anni ottanta. A partire, nella IX legislatura, dalla “Commissione Bozzi” (3o novembre 1983-29 gennaio 1985) che non formalizzò però su questo tema una propria proposta , così come non lo fece nella XI legislatura la “Commissione De Mita-Iotti” (1992-1994).
La Bicamerale presiduta nel 1997 da Massimo D’Alema, aveva esaminato invece un progetto che indicava da 400 a 500 deputati e 200 senatori. Il primo testo di riforma che arrivò fino al referendum del giugno 2006, per essere bocciato, fu quello varato dal Parlamento nella XIV legislatura in cui era prevista una Camera composta da 518 deputati e 252 senatori. Nella legislatura successiva la bozza Violante (il testo unificato approvato alla Commissione affari costituzionali di Montecitorio) prevedeva invece 512 deputati e un Senato con composizione «di secondo grado» (salvo i sei senatori eletti nella circoscrizione Estero) ad elezione indiretta di 186 componenti. Nella scorsa legislatura infine l’aula del Senato arrivò ad approvare una proposta che prevedeva 508 deputati e 250 senatori. Abbassando il rapporto parlamentari ogni 100mila abitanti da 1,6 a 1,2.
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