BUDAPEST – Blocca i treni, chiude le stazioni, spara gas sui migranti, divide i vagoni tra migranti e no, schiera 3500 militari al confine. L’Ungheria, nonostante il muro in filo spinato e tutte le misure già prese, attacca la Merkel “buonista” che invece quei migranti accoglie.
Il governo ungherese, per bocca del vicepremier Janos Lazar, incolpa la cancelliera tedesca Angela Merkel del caos e dei disordini avvenuti alla stazione Keleti di Budapest. I profughi siriani chiedono infatti di partire per la Germania senza registrazione, facendo riferimento alle dichiarazioni della Merkel.
La Germania ha infatti di fatto sospeso gli accordi di Dublino, ossia quel trattato europeo che limita il diritto d’asilo al Paese d’approdo. Questo trattato, per scelta della Merkel, non vale per i siriani, che quindi vengono accolti dalla Germania per motivi umanitari. E sono proprio loro, i migranti, a riempire ora le stazioni ungheresi: per ripartire però alla volta della Germania, non per restare.
Il governo ungherese però non fa un passo indietro: “Nessun treno arriverà o partirà dalla stazione di Keleti fino a nuovo ordine – è il messaggio diffuso con gli altoparlanti – Chiediamo a tutti di andare via”.
“Lasciateci salire! Germania! Germania!”, urlava martedì la folla nella stazione Keleti. Nelle stesse ore però estremisti hanno manifestato chiedendo che i profughi fossero cacciati dal centro della città.