ROMA – Walter Scheel. La morte del liberale tedesco che riportò la Spd al potere. E’ morto qualche giorno fa l’ex-presidente tedesco Walter Scheel. Aveva 97 anni e fu grande esponente del partito liberale (Fdp). Scheel fu presidente della Repubblica Federale Tedesca dal 1974 al 1979. In precedenza, dal 1969, era stato per cinque anni vice-Cancelliere e ministro degli Esteri di Willy Brandt.
Fu lui, con quello che avremmo definito in Italia “ribaltone”, che consentì questa cruciale svolta politica, un passaggio fondamentale della storia politica della Germania recente. Quella che favorì l’Ostpolitik di apertura al vicino est europeo oltre-cortina. Contribuì, modernizzando il suo piccolo partito, a costruire un Paese più aperto e liberale. Soprattutto consentì il ritorno al potere dei socialdemocratici dal 1933, quando fu Hitler a diventare cancelliere.
Elegante, tombeur de femmes, colto fu anche figura controcorrente: i tedeschi non gli perdonarono il ritorno in Patria alla fine della guerra con la divisa norvegese. Fuggito proprio nel ’33, fu considerato ancora un “rinnegato”, nonostante gli orrori e le compromissioni dei “patrioti” che insieme ai nazisti trasformarono la Germania in una potenza distruttrice ed infine in un cumulo di macerie. Roberto Giardina ricorda il capolavoro della sua vita politica, l’alleanza con Brandt appunto.
L’Fdp, il piccolo partito liberale, negli anni Sessanta pende a destra, è la roccaforte degli agrari, conservatori, da sempre legati alla Cdu, il partito oggi delle Merkel. Alle elezioni nel settembre del 1969, i cristianodemocratici si confermano al primo posto, con il 46%, l’Spd. I socialisti, si fermano al 42,7. Il nuovo governo è già pronto, una coalizione collaudata con i liberali.
Walter Scheel ha 50 anni, è un personaggio elegante, amato dalle donne, che sono il suo debole, e sorprende la provinciale Bonn con un colpo di mano, quello che noi chiamiamo ribaltone, ma che è una mossa assolutamente democratica: annuncia di voler andare al governo con l’Spd dell’amico Willy. L’Fdp, con appena il 5,8%, diventa l’arbitro per assegnare la vittoria.
Non sarà facile, le trattative durano un paio di mesi. Infine, Brandt diventa cancelliere, i socialdemocratici tornano al potere per la prima volta dopo il 1933, dall’avvento di Hitler. I tedeschi sono sorpresi, come gli europei, gli americani spaventati. Fidarsi di Brandt? Il suo partito arruola elementi che flirtano pericolosamente con l’altra Germania, e con Mosca. Pochi anni prima, Konrad Adenauer lo chiamò poco cristianamente «un figlio di nessuno». (Roberto Giardina, Italia Oggi)