ROMA – In casa M5S è la giornata della resa dei conti. Stasera, in diretta streaming dalle 18, andrà infatti in onda il “processo” dei grillini ad Adele Gambaro.”Non deve essere solo una conta sulla senatrice. Ma sul movimento. E su di me”, ha spiegato Beppe Grillo. E infatti la questione dei dissidenti 5 Stelle ha varcato i confini del Senato e si è allargata anche al gruppo della Camera. Anche i deputati, infatti, tireranno fuori l’asso dalla manica. Si tratta di un faldone elaborato per inchiodare chi lavora nell’ombra per ribaltare gli equilibri interni al gruppo. “Abbiamo le prove e le mostreremo”, giurano.
Tutti però ovviamente sanno che la Gambaro sarà giudicata. A Palazzo Madama chi si oppone all’espulsione (sono circa una trentina) tenterà però di far saltare la conta sulla Gambaro. Repubblica scrive:
I più critici sono intenzionati anche a proporre la sfiducia del capogruppo Nicola Morra. Altri, i pontieri, valutano se disertare la riunione delle 18 e – provocatoriamente – pensano di allargare il giudizio della Rete all’intero gruppo del Senato. Tutti o nessuno,insomma. Schermaglie tattiche, disperati tentativi di fermare l’ingranaggio. Perché i senatori sono a un bivio. In dodici hanno negato tentazioni scissioniste. È stato il gruppo comunicazione a contattarli personalmente, per poi diffondere la smentita alle agenzie di stampa e denunciare:«È evidente che la campagna mediatica in atto é tesa a minare le fondamenta del movimento». Eppure, tra i dodici ci sono parlamentari – come Lorenzo Battista – che pubblicamente non hanno escluso un clamoroso addio.Nessuno, ormai, si fida del vicino di scranno. E le dinamiche interne ai due gruppi non promettono nulla di buono. A Palazzo Madama sono gli intransigenti a sospettare del dialogo tra i dissidenti e gli emissari democratici. L’idea di un gruppo autonomo resta sul tavolo, ma molto dipenderà dalla piega che prenderà il dibattito di questa sera.
Gli attacchi alla stampa. Ad ogni modo domenica i cinquestelle nelle loro discussioni telematiche si sono ricompattati grazie al loro nemico comune, i media. Alcuni senatori, accusati di far parte del gruppo dei dissidenti, intervengono sul blog di Beppe Grillo con un post intitolato “La stampa fa schifo”: “È evidente che la campagna mediatica in atto – scrivono – è tesa a minare le fondamenta del Movimento al quale si lascia spazio solo per sterili polemiche anziché informare circa il buon lavoro svolto in Parlamento”.
Il Corriere della Sera spiega:
Nel Movimento c’è chi getta acqua sul fuoco e tenta una mediazione. Come Maurizio Buccarella, vicepresidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama. «Non so se si arriverà a una votazione. Nessuno ha la sfera di cristallo. Noi senatori incontreremo Adele Gambaro prima dell’assemblea per scambiare quattro chiacchiere con lei e capire il suo punto di vista, poi ci sarà la riunione congiunta», racconta. E analizza: «Se la collega crede veramente a ciò che ha detto, dovrebbe fare un passo indietro e dimettersi. Non per lesa maestà, ma perché non ha capito il ruolo di Beppe Grillo. Lui non è il problema, è l’artefice che ha dato la scintilla al Movimento».Secondo Buccarella, l’espulsione, però, non è la soluzione in quanto «comporterebbe ulteriori problemi: passeremmo sulle graticole per i soliti discorsi sulla democrazia interna». Per la senatrice Ornella Bertorotta, invece, «c’è sintonia nel gruppo e le ricostruzioni sono una montatura dei media». Tuttavia ieri su Facebook è nato un gruppo dal nome più che esplicito: «Dissidenti M5S dimettetevi».
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