ROMA – Aldo Moro: nuova commissione d’inchiesta alla Camera, c’è il via libera. A 35 anni di distanza dai fatti dall’assassinio di Aldo Moro, la Camera dei Deputati ha dato il via libera a una nuova Commissione d’inchiesta per “scrivere la parola fine sulla verità storica”. Ieri (16 ottobre) la commissione Affari costituzionali ha votato il testo bipartisan e, dopo i pareri delle altre commissioni, darà mandato al relatore per l’Aula. L’organismo d’inchiesta costerà 30 mila euro l’anno e dovrà concludere i lavori entro 18 mesi. L’iniziativa non è isolata, visto che anche il Senato valuta la costituzione di una bicamerale: protesta per questo il Movimento 5 Stelle che rileva un ingorgo, una potenziale sovrapposizione di organi che “non è logica”.
“Noi non siamo contrari alla commissione d’inchiesta – spiega Fabiana Dadone del M5S – ma non capiamo come si possa pensare di sommare una monocamerale a una bicamerale. Non è logico”. “A un primo sguardo sembra che sia stato fatto tutto il lavoro possibile e che si sia fatta piena luce” sul caso di Aldo Moro, ma”non ci sembra che sia così” si legge nella relazione che accompagna la proposta per la costituzione di una nuova commissione d’inchiesta alla Camera. Il testo, che porta la prima firma di Beppe Fioroni, ma è stato fatto proprio anche dai capigruppo di Pd, Pdl, Sc e Sel, sottolinea che “ultimamente nuove rivelazioni e nuove dichiarazioni hanno riacceso i riflettori sul caso Moro” e”sembrano emergere rilevanti elementi di novità”e il “sospetto che la morte di Moro poteva essere evitata”.
Il relatore del provvedimento, Gianclaudio Bressa, ha spiegato come i 55 giorni del sequestro di Moro si siano trasformati in un ‘luogo paradossale’ della memoria italiana. Da allora si sono celebrati cinque processi, sono state istituite due commissioni parlamentari d’inchiesta, si è accumulata una sterminata produzione di testi, studi, ricerche, libri. Il sospetto è che sia proprio l’istituzione di un’ennesima commissione d’inchiesta a realizzare il vero paradosso.