SIRACUSA – “La fiducia del presidente Napolitano è ben riposta in Berlusconi che è il leader politico che da due anni sostiene governi che non sono guidati né da lui né da esponenti del Pdl”. E’ quanto afferma il vicepremier Angelino Alfano rassicurando il Capo dello Stato che giovedì invitava a non aprire una rischiosa crisi di governo, pur rimanendo ottimista e fiducioso per le ripetute rassicurazioni da parte di Silvio Berlusconi. Alfano a proposito del governo Letta sottolinea come questo sia stato “fortemente voluto da Berlusconi mentre il leader del Pd indugiava in improbabili accordi con i grillini e faceva di tutto per far perdere tempo al Paese”.
Il riferimento è a Pier Luigi Bersani e al suo primo tentativo di formare un governo all’indomani delle elezioni. Resta salda invece la fiducia di Alfano nel premier, Enrico Letta: “Mi sento di escludere che il presidente Enrico Letta stia lavorando a piani e soluzioni alternative a questa maggioranza e lo ha ribadito più volte”.
“La sinistra – avverte Alfano – in ogni caso sappia che l’unica forma di volontariato alla quale il Pdl possa partecipare è quella che guarda al bene del Paese e mai e poi mai a ribaltoni e sostegni a governi più sinistri di quelli che ha conosciuto la storia recente. E’ ovvio – sottolinea – che ogni governo futuro che non prevedesse il Popolo della Libertà sarebbe inevitabilmente un governo di estrema sinistra”.
“Proprio il sostegno che il presidente Berlusconi ha dato a questo governo ed a quello precedente – rimarca il segretario del Pdl – rende davvero grave il tentativo che si opera a sinistra di liquidare, senza neanche approfondire giuridicamente le carte e senza tenere conto del parere di insigni giuristi, di liquidare la storia di un’area politica guidata da un leader che negli ultimi venti anni è stato il leader più votato del Paese”.
Il ministro dell’Interno ha espresso le sue considerazioni in una pausa dei lavori del vertice con tutti i prefetti della Sicilia dedicato al problema dei flussi migratori e dell’accoglienza e proprio su questo argomento ha detto: “Abbiamo accertato che i siriani pagano tra i 12mila e i 20mila dollari per passare in Italia. Molti di loro hanno un alto livello di scolarizzazione, vengono muniti di tablet e hanno conti correnti in altri Paesi”. “La loro situazione, quindi, pone altri punti: la Sicilia – ha aggiunto – non è frontiera d’Italia, è frontiera d’Europa. Vengono qui per andare altrove e questo va affrontato a livello europeo. L’Ue non può chiedere tanto e dare poco“.
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