PARIGI – Ave Monti, così Le Monde saluta “il professore austero” chiamato a presiedere il governo tecnico del dopo-Berlusconi. Il quotidiano francese ne ripercorre il passato e la storia da docente di stile “germanico” e da esperto di Economia prima e da Commissario a Bruxelles poi, ma non dimentica il suo approdo a Goldman Sachs. Proprio qui arriva la stilettata.
Le Monde ricorda questo passaggio anche nella vignetta che campeggia sotto al titolo di apertura “Alla fine in Italia ritorna la morale”, dove Monti è rappresentato come un omino in corsa con la grande Goldman in spalla dietro Berlusconi che va via con una donna nuda sul groppone.
Arriva “nel dicembre 2005 a Goldman Sachs come “un membro del consiglio di ricerca di Goldman Sachs Global Market Institute ” . Secondo la banca, la sua missione è quella di consigliare “sulle questioni europee e questioni globali di ordine pubblico” . Ma a differenza di Mario Draghi, che aveva un socio, Mario Monti è un “apriporta”, di quelli incaricati di entrare nel cuore del potere Europa per difendere gli interessi della banca”, scrive Le Monde.
La malizia del quotidiano si spinge anche oltre e parla dell'”incarnazione completa del “capitalismo di accesso”, in cui eccelle Goldman Sachs” per poi chiedersi a raffica: “Perché mai questo tecnocrate con l’etica esigente, è andato a immischiarsi nel mondo spietato dei banchieri centrali? L’avidità? L’ammirazione degli intellettuali italiani negli Stati Uniti? Necessità di partecipare al vero potere finanziario? Un po ‘di questo, senza dubbio. Questo legame ha almeno consentito di succedere a maggio 2010 ad un altro uomo di Goldman, il suo mentore Peter Sutherland, ex commissario europeo, inoltre, alla Presidenza UE della Commissione Trilaterale, circolo prestigioso dell’élite economica e diplomatica internazionale”.
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