Silvio Berlusconi venerdì prossimo, 29 agosto, sarà a l’Aquila tra i pellegrini della Perdonanza celestiniana, il rito che da 800 anni garantisce l’indulgenza da ogni peccato ai fedeli «sinceramente pentiti e confessati». L’evento si svolge ormai da oltre sette secoli, quando fu incoronato papa Celestino V, il papa che Dante nella sua Divina Commedia considerò un vile a causa del «gran rifiuto» dopo solo 5 mesi di pontificato.
L’Aquila sarà per Berlusconi la Canossa di Enrico IV? (L’imperatore, nel lontano 1077, si era umiliato davanti al papa Gregorio VII perché venisse ritirata la scomunica). Così sembrerebbe, visti i rapporti non proprio distesi tra Governo e Santa Sede.
E venerdì sera, grazie al pressing di palazzo Chigi, Berlusconi si troverà accanto al segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, alla cena che tradizionalmente segue la cerimonia.
Una partecipazione inattesa quella del presidente del Consiglio, che ha destato stupore nel comitato organizzatore della Perdonanza: «Gli altri anni al massimo si faceva vedere un sottosegretario abruzzese». E invece stavolta si materializzerà il presidente del Consiglio in persona.
Una scommessa tutta in salita quella dell’ala “filovaticana” del governo, se è vero che lo stesso Cavaliere sarebbe ancora irritato, come riferiscono fonti vicine a Berlusconi, per «l’attacco gratuito» ricevuto da l’Avvenire a ferragosto, quando il quotidiano della Cei arrivò a stigmatizzare la «tracotante messa in mora di uno stile sobrio da parte del premier».
Alla cena, oltre a Berlusconi, il cardinale Bertone, il vescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari, e tutti gli undici vescovi dell’Abruzzo e del Molise, parteciperanno anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il ministro per l’Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi e quello delle Pari opportunità, Mara Carfagna.