Il Guardian ha raccontato una storia complessa il cui succo in realtà è molto semplice: Berlusconi e Gheddafi fanno insieme affari privati usando il trampolino della carica pubblica. Berlusconi più di Gheddafi, stando al Guardian. E affari privati. Dove? Ovviamente nelle tv.
Eccola, la storia. Già nel 2009 il Guardian riporta la notizia che una società libica, la Lafitrade, ha acquisito il 10% della Quinta Comunication, una compagnia di produzione cinematografica fondata da Tarak Ben Ammar, storico socio di Berlusconi. La Lafitrade, è noto in Libia, è controllata da Lafico , a sua volta società di investimenti della famiglia Gheddafi. Della Quinta Comunication è socia, al 22%, anche una società con sede in Lussemburgo di proprietà di Fininvest, ovvero la finanziaria di Silvio Berlusconi. Fin qui è evidente, secondo quando raccontò il Guardian, che Berlusconi e Gheddafi sono entrambi soci di una stessa azienda di cinema: la Quinta Comunication.
Ma non finisce qui. Perché Quinta Comunication, insieme a Mediaset (azienda televisiva della famiglia Berlusconi) possiedono ciascuna il 25% di una nuova televisione via satellite araba, la Nessma Tv, che opera anche in Libia. Quindi non solo Berlusconi e Gheddafi sono soci della stessa società di cinema, ma proprio grazie a questa società fanno insieme affari in una rete tv proprio lì in Libia. E anche di questo affare non proprio “cristallino” i due potrebbero voler parlare nel prossimo incontro che avranno a breve, quando Gheddafi tornerà in Italia lunedì 30 agosto. Anche perché, osserva il giornalista che firmò all’epoca quello scoop sul Guardian, in un anno tutto è rimasto come prima, nulla si è mosso e nessuno in Italia ha nemmeno fatto un’interrogazione parlamentare.
E’ da registrare, comunque, che il “patron” di Nessma Tv smentisce la partecipazioni libica, seppur “indiretta”, nel nuovo canale televisivo. ”L’assetto societario (di Nessma Tv, ndr) – afferma Ben Ammar – e’ il seguente: 50% della Karoui&Karoui World, il 25% di Mediaset Group ed il restante 25% di Prima Tv di cui sono Presidente e che è a sua volta partecipata al 5% da TF1”.
Ma il dubbio resta e la polemica monta, proprio a due settimane dall’arrivo del dittatore libico in Italia. In Mediaset e a palazzo Grazioli leggono e commentano: una storia fasulla. Prima o poi, più poi che prima, si saprà chi tesseva e spargeva fumo. ”Ancora una volta su ‘L’Unita” (che oggi ha ripreso il pezzo del Guardian intervistandone l’autore, ndr) vengono prospettati fatti e situazioni del tutto sconnessi da qualsiasi dato reale” afferma Nicolò Ghedini, legale di Silvio Berlusconi. Il presidente Berlusconi, dice Ghedini, ”non intrattiene alcun rapporto d’affari con chicchessia limitandosi da molti anni a svolgere il suo ruolo politico per il bene del Paese, ne’ in particolare intrattiene rapporti d’affari con leader di altri paesi quali Gheddafi o Putin. Ne’ ovviamente vi e’ alcun interesse personale da parte del presidente Berlusconi nella gestione del Ministero dello Sviluppo Economico”. E’ sufficiente ”verificare gli atti ufficiali per rendersi conto della assurdità delle infondate, strumentali e diffamatorie accuse contenute in quegli articoli”.