Probabilmente leggendo l’articolo di Libero sulle ferali per lui prospettive di una scissione del movimento di Beppe Grillo, domenica mattina, Berlusconi ha capito che gli conviene prenderla più bassa, sul futuro del Governo di Enrico Letta, qualunque cosa succeda in tribunale o alla Corte costituzionale.
Forse una mano l’ha data anche tutta l’agitazione montata da Pierluigi Bersani sulle nuove prospettive che una scissione del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo potrebbe aprire al favoleggiato Governo del cambiamento.
Ma le aride cifre del pezzo di Libero devono avere proprio gelato il sangue a Berlusconi:
“I numeri a Palazzo Madama, sede del Senato. Basta una trentina di dissidenti per fare saltare le larghe intese La soglia magica, raggiunta la quale si ottiene il controllo di Palazzo Madama, è 160. O, meglio, 159, visto che per prassi il presidente dell’assemblea, in questo caso il democratico Pietro Grasso, non vota”.
Anche se
“è impensabile che una maggioranza si regga su pochi voti di scarto, come dimostrato dall’ultimo governo Berlusconi, un’ipotetica coalizione formata da Pd(108 senatori), autonomisti e socialisti (10), Sel (7) e potenziali dissidenti grillini (35), avrebbe comunque bisogno di Scelta civica per blindare l’Aula del Senato”.
Ma, c’è sempre un ma, ed è la possibilità che
“l’annunciato smottamento nel gruppo parlamentare grillino, che attualmente conta 53 senatori (uno, Marino Mastrangeli, è già stato epurato), non assuma proporzioni ancora più consistenti di quelle ipotizzate finora”.
Inoltre, Scelta civica
“non è un monolite. Al suo interno, oltre agli ex finiani Della Vedova e Aldo Di Biagio, ci sono centristi come Pier Ferdinando Casini e Antonio De Poli, montiani di stretta osservanza come Andrea Olivero e Gabriele Albertini, ma anche ex Pd come Alessandro Maran, il capogruppo Gianluca Susta, Pietro Ichino e Maria Paola Merloni. Quanto basta per avvalorare il timore del Pdl di una possibile diaspora anche tra i centristi. A quel punto il numero di grillini necessari a tradurre in pratica il ribaltone sarebbe ovviamente minore”.
I numeri:
“Per pura ipotesi di scuola, vale la pena osservare che un «pentapartito» Pd- Sel-Scelta civica-transfughi grillini-autonomisti, senza alcuna defezione, supererebbe i 180 seggi”.
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