ROMA – “Con il dottor Guido Bertolaso abbiamo deciso di sostenere e fare nostra la candidatura dell’ingegner Alfio Marchini. Non è una scelta nuova. Marchini era stato la nostra prima opzione, ed era caduta per i veti posti da un alleato della coalizione”. E’ la nota con cui Berlusconi scarica di fatto Guido Bertolaso e vira su Alfio Marchini come candidato sindaco di Roma.
La voce circolava da qualche giorno ma ora è arrivata l’ufficialità: Silvio Berlusconi molla Guido Bertolaso. Alle prossime elezioni comunali anche Forza Italia appoggerà quello che a destra sembra l’unico candidato in grado di attrarre anche i voti del centro: Alfio Marchini. La scelta, “locale”, ha un chiaro significato di politica nazionale. Berlusconi puntando su Marchini sceglie di dare battaglia all’asse Meloni-Salvini. Punta, a Roma come su Milano, su candidati di centro-destra e non marcatamente di destra. Non si rassegna a cedere il trono a Salvini.
Una decisione, quella di mollare Bertolaso, che era nell’aria già da alcune settimane e che nasce da considerazioni numeriche e politiche. Bertolaso non ha mai convinto (eufemismo) gli alleati (a questo punto ex alleati) di Berlusconi, prima di tutto quel Matteo Salvini che ha subito storto la bocca, poi organizzato dei gazebo per “consultare i romani” e quindi appoggiato incondizionatamente proprio Meloni. Ma Bertolaso, è questo era decisamente più preoccupante nell’ottica di Berlusconi, non ha minimamente scaldato i cuori dei romani. I sondaggi dicono che rischiava di non arrivare al 10%, con il ballottaggio lontanissima chimera.
La città lo percepisce come un corpo estraneo e le sue gaffe continue non lo hanno di certo aiutato. Ha iniziato difendendo i rom, definendoli “vessati”. Affermazione che ha un fondo di verità ma che è del tutto fuori asse rispetto alle posizioni del suo elettorato di riferimento. Ha continuato consigliando alla prossima mamma Giorgia Meloni, di stare a casa perché fare la mamma e il sindaco insieme non era il caso. Scivolone culturale prima ancora che politico. Con due uscite, insomma, è riuscito ad alienarsi la destra, le donne e anche quei moderati con visione del mondo più “moderna”.
I romani, poi, non possono ricordare che Bertolaso è quel sindaco che voleva demolire un ponte storico sul Lungotevere (ponte Sant’Angelo) perché durante un’alluvione si era incagliata una chiatta. E quando lo stesso Bertolaso parla di “Tevere balneabile entro cinque anni” l’elettore romano pensa a Carlo Verdone, al suo film “Gallo cedrone” e depenna immediatamente Bertolaso dall’elenco dei candidati votabili. Berlusconi lo ha capito e cerca di salvare il salvabile virando su Marchini.
In Forza Italia non tutti saranno contenti. Roma è già tappezzata di cartelli di candidati più o meno noti con sotto l’indicazione “per Guido Bertolaso sindaco”. Hanno speso, affisso e tappezzato Roma. Dovranno farsene una ragione e ri stampare tutto da capo.
Sta di fatto che la mossa di Berlusconi scombina tutti gli equilibri del prossimo foto romano. Perché ora dietro Virginia Raggi, che tutti i sondaggi danno come prima arrivata al primo turno, ora ci sono tre candidati che viaggiano tutti attorno al 20% o poco più. Roberto Giachetti, Giorgia Meloni e Alfio Marchini rilanciato dai voti di Berlusconi giocheranno una corsa tutta loro. Che potrebbe essere decisa per poche migliaia di voti. A questo punto il primo turno diventa cruciale. Perché il responso cambierà la configurazione del ballottaggio e anche la possibilità di vittoria del Movimento 5 Stelle. Un conto è un ballottaggio M5s-sinistra, tutt’altro conto è un ballottaggio tra M5s e un candidato moderato. Per Raggi, probabilmente, Marchini è l’avversario peggiore, quello che meno le consentirebbe di capitalizzare il “voto contro” degli esclusi dal ballottaggio.
Francesco Storace, candidato a sindaco di Roma per La Destra, a quanto si apprende, sta valutando se, dopo la convergenza di Forza Italia su Alfio Marchini, fare anche lui un passo indietro in favore del candidato sindaco civico. In queste ore Storace starebbe consultando i suoi.