Berlusconi sdogana il “no” al canone Rai: “Almeno il 50% italiani non lo pagherà”

Silvio Berlusconi prevede che «almeno il 50% degli italiani non pagherà il canone Rai». Prosegue la campagna ambigua del governo nei confronti dell’evasione. Dopo lo scudo fiscale, provvedimento che riabilita chi ha sottratto denaro al fisco italiano, ecco che gli apparati e i media vicini a Palazzo Chigi invitarono a disertare il pagamento dell’abbonamento alla tv pubblica.

Le motivazioni di questa campagna contro la Rai sono stati ribadite oggi dal premier: «Una tv pubblica pagata con i soldi di tutti non dovrebbe ripetere in televisione i processi che sono stati fatti o che sono ancora in corso nelle aule giudiziarie». Il riferimento è ovviamente ad “Annozero” di Santoro, che ha trattato il tema dell’inchiesta di Bari sui legami tra sesso e politica.

Dunque gli italiani che decideranno di non versare il proprio contributo alla televisione di stato non possono essere biasimati. Non come quei giornalisti che «fanno un uso criminoso della tv». Una frase già sentita, pronunciata in un’altra epoca dallo stesso premier e per giunta nella stessa città.

Infatti le previsioni di Berlusconi sul destino del canone sono state espresse a Sofia, la stessa città del celebre “editto bulgaro” nei confronti di Santoro, Luttazzi e Biagi. Forse l’aria dell’Est Europa, area geografica in passato oppressa dal regime comunista, ringalluzzisce il Cavaliere sulle questioni relative all’informazione.

Dopo poche ore il presidente della Repubblica Napolitano ha preso le distanze dal leader della maggioranza: in occasione della Giornata dell’Informazione tenutasi al Quirinale, il capo dello Stato ha invocato «la diversità delle voci che debbono trovare spazio in democrazia», sottolineando «l’invito a rispettare nella carta stampata e nella radiotelevisione, specie quella pubblica, l’insostituibile valore del pluralismo».

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