ROMA – Un gran litigio sul calendario, ma alla fine per il voto finale sulla decadenza di Silvio Berlusconi, rischiano di volerci settimane. La tregua armata di due giorni tra Pd e Pdl sembra già finita: il tempo di riprendere a discutere e subito riprendono le liti. Oggetto: il quando votare. Con una serie di ipotesi tutte da verificare. Secondo Repubblica l’ipotesi è quella di un voto entro la settimana prossima (martedì il giorno indicato dal quotidiano), anche se a far saltare la tregua si incrina è stato proprio il calendario dei lavori della Giunta delle elezioni del Senato sul caso Berlusconi.
Queste le posizioni emerse durante la riunione dell’Ufficio di presidenza sui tempi per arrivare al voto sulla relazione Augello: da una parte il Pdl, con il senatore Caliendo, che ha chiesto di chiudere in due settimane. Sull’altro fronte il Pd e il M5S che vuole il voto entro questa settimana al più tardi lunedì. Infine Scelta Civica vorrebbe completare il tutto entro martedì della settimana prossima.
Si litiga quindi sul calendario ma in realtà per il voto vero ne dovrà passare di tempo. Ma questo “metterci un po’ di tempo” piace ovviamente al Pdl che ha tempo e modo per portare avanti la battaglia pro Berlusconi, ma piace anche al Pd, che ovviamente non ci sta a passare come quelli che “facendo decadere Berlusconi hanno fatto cadere il governo”. Il Pd cerca quindi ancora una sorta di mediazione o comunque un modo per andare avanti senza colpevolezza. Un teatrino quindi destinato ad andare avanti un mese. Si vota sulla relazione di Augello martedì o mercoledì, relazione che va verso la bocciatura. Quindi si nominerà un altro relatore che dovrà fare un’altra relazione e così via. Poi si andrà ovviamente in commissione e infine in Aula. Tempi lunghi.
Il presidente della Giunta Dario Stefano di Sel quindi annuncia: ”Domani, in apertura di seduta, cercherò di fare una proposta di mediazione che ottenga il via libera dalla più ampia maggioranza. Le posizioni non sono distantissime, pertanto penso che si possa arrivare per domani ad una decisione condivisa”.
La giornata ha quindi fatto registrare l’ennesimo scontro tra Pd e Pdl con lo spettro della crisi di governo che torna dopo solo un giorno. A muso duro Angelino Alfano che attacca gli esponenti del partito democratico: “Stanno trattando la vicenda della decadenza del leader del centrodestra italiano, come se fosse la finale di Coppa del Mondo, come se dovessero alzare una macabra coppa”. Alfano ha subito parlato di crisi di governo e il riferimento delle sue esternazioni è al centrosinistra: «Tutto ciò – aggiunge – ci pare davvero insopportabile e inaccettabile e speriamo davvero in un ravvedimento del comportamento”.
Alfano annuncia un ritorno in campo del Cavaliere: “Non si può zittire la sua voce in democrazia sono certissimo in qualunque modo finiscano le vicende Berlusconi riuscirà a far sentire la sua voce”. Poi l’annuncio che “a breve ci sarà il ritorno ufficiale di Forza Italia come un rinascimento azzurro”.
La partita è chiusa invece per Matteo Renzi, che parla di game over per Berlusconi: “In qualsiasi altro Paese del mondo Berlusconi sarebbe andato a casa per conto suo. Quando un leader politico viene condannato in maniera definitiva è game over”, ha spiegato il sindaco di Firenze a Porta a Porta. “La vicenda Berlusconi appartiene ormai alla storia di questo Paese – ha aggiunto – io ho sempre detto che bisogna avere rispetto e che non bastano inchieste giornalistiche ed indagini per considerare uno colpevole. Poi è arrivata una sentenza definitiva che ha detto che Berlusconi è colpevole di un reato che fa particolarmente arrabbiare per un servitore dello stato, ovvero l’evasione fiscale. Lui dice che la sentenza è sbagliata, altri pensano che sia giusta. Ma comunque c’è”.
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