ROMA – “Io non avrei perso un nanosecondo a dimettermi da segretario del Pd”. Così Pier Luigi Bersani torna sulle polemiche relative alla doppia carica di Matteo Renzi, che è sia segretario del Partito democratico che presidente del Consiglio. “Ma – ha precisato – non sto affatto chiedendo le dimissioni del premier dal partito”. L’ex segretario spiega che si tratta di un mero “fatto strutturale”:
“Quando il tuo segretario è capo del governo devi stare attento a quel che dici. La discussione è un pochino inibita”.
E per questo sottolinea l’importanza di
“una gestione unitaria del Pd che si traduce nell’idea comune sulle cose da fare per il partito. Perché – aggiunge – servono formazioni politiche stabili se vogliamo rientrare nell’alveo delle democrazie normali. Per il resto, il leader faccia quello che ritiene per la nuova segreteria”.
Sull’ipotesi della segreteria unitaria proposta da Matteo Renzi alle minoranze del Pd, Bersani dice:
“Non si parli di gestione unitaria se non c’è prima una discussione su cosa è il partito in questo momento. Una gestione unitaria si può cominciare solo se c’è una riflessione comune sul tema partito, cioè su come si organizza nel momento in cui è al governo”.
Secondo l’ex-segretario sarebbe necessaria
“una riflessione senza magliette, con un documento aperto su cui discutere nei territori e poi in un appuntamento nazionale, su come dare forza al partito”.
Quanto alle questioni economiche:
“E’ giusto aspettare che il Governo prenda i suoi orientamenti e le sue decisioni sulla politica economica. Bisogna capire quali margini ci darà L’Unione europea e come si chiude l’anno con il Pil. Certo, se si parla di cifre intorno ai 16-20 miliardi, non si tratta certo di noccioline”.
Mentre per uscire dal caos Emilia Romagna, in merito all’inchiesta sulle “spese pazze” in cui risultano coinvolti alcuni candidati alle primarie per il dopo Errani, si limita a dire: “Bisogna decidere insieme, Bologna e Roma”.
E se Pier Luigi Bersani fosse il candidato del Pd alle Regionali in Emilia-Romagna? L’idea piace e la voce circola a Montecitorio ma è proprio il diretto interessato ad escluderla categoricamente: “Per l’amor di Dio, ho fatto 16 anni, credo di aver già dato”, ha detto ai microfoni di Radio24, riferendosi alla sua precedente esperienza proprio come governatore della Regione.
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