Centottantamila euro. Tanto è costato lo spot di “Turisti a 4 zampe”, la campagna di sensibilizzazione voluta dal ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla nell’ estate del 2009 per contrastare l’abbandono degli animali domestici. Nobile iniziativa, tra le tante di quella campagna: un volume con la lista degli alberghi che ospitano i nostri animali (costo 77mila euro) e poi vetrofanie per gli alberghi, pubblicità, un sito, realizzato dalla Viamatica srl, società del consulente del ministro Luca Moschini.
Il filmato dello spot si può ancora oggi trovare in Rete: padrone e cane stanno guardando la televisione, scorrono le immagini di Fantozzi (Fantozzi va in pensione, anno 1988) alla guida della sua Bianchina, intento a cercare di liberarsi di un enorme San Bernardo. Stacco: il cane di fronte allo schermo guaisce, preoccupato di fare una brutta fine. La mano del padrone lo tranquillizza, e una voce fuori campo racconta che nell’Italia di oggi “Fido può venire in vacanza con noi nelle strutture contrassegnate dal marchio”.
Seguono scene di padrone e cane che si godono la vacanza. In tutto 30 secondi, sette dei quali passano con le immagini di Fantozzi, per un totale di 6mila euro al secondo.
Tutto normale ma Il Fatto Quotidiano riporta le ombre su quei soldi e sulla realizzazione di quello spot. Il denaro pubblico è stato infatti incassato dalla Jolly Roger Sas di Milano. Jolly Roger, come il nome della tradizionale bandiera dei pirati, oggi la società appartiene integralmente a Guido Prussia, 47 anni, genovese trapiantato a Milano.
Ma quando Prussia la fonda, nel 2002, suo socio è Giorgio Medail, lo scopritore di Michela Vittoria Brambilla con il programma “I misteri della notte”, poi direttore della Tv della Libertà fondata dalla stessa Brambilla e chiusa in un anno con 15 milioni di debiti, oggi dirigente all’internodella struttura di missione per il rilancio dell’immagine dell’Italia proprio nel ministero della rossa di Calolziocorte che ha commissionato la produzione dello spot.
Tutti smentiscono e “il favore di ricambio non c’è stato”. Solo per la cronaca: uno spot del genere costa in media dai 60 ai 120 mila euro. Questo è costato 180 mila. Se il favore c’è stato, è stato più che ricompensato.
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