ROMA – Proposte di legge per istituire la Regione di Brescia, comitati per concedere a Gela lo status di Provincia, referendum per Aci Trezza Comune, l’elenco stilato da Il Giornale del 26 marzo è lungo e dà conto di tutte quelle iniziative che da Nord a Sud sembrano non considerare il mutamento di clima, il vento che gira in direzione contraria a localismi assortiti e proliferazione di poltrone a go-go. Quelli che non si arrendono all’evidenza, se non al buon senso sono soprattutto leghisti al settentrione e autonomisti nel Mezzogiorno. Nonostante il professor Monti detto “lady di ferro” (copyright Wall Street Journal) un indirizzo chiaro di semplificazione amministrativa lo abbia già mostrato: accorpamento dei comuni più piccoli (come già aveva provato a fare l’ultimo Tremonti) che dovranno condividere servizi e funzioni, retrocessione delle Province ad enti di secondo livello che facciano a meno della pletorica macchina burocratica zeppa di consiglieri e assessori. Un taglio netto osteggiato dai Comuni che non ci pensano proprio a rinunciare alle loro prerogative.
Tuttavia stupisce che qualcuno continui a sognare e proporre iniziative palesemente “contromano” rispetto alla sensibilità politica raggiunta. Al nord il Comitato Provincia-Comune di Milano si batte per l’istituzione della Città metropolitana di Milano. Come contraltare immediato c’è il Comitato per fare di Lambrate un Comune autonomo da Milano. La Lega Nord si è contraddistinta per aver presentato la proposta di modifica nientemeno che dell’articolo 131 della Costituzione “concernente l’istituzione della Regione Brescia”. E’ scritto nero su bianco dal deputato e presidente della Provincia di Brescia, il leghista Daniele Molgora. Il Giornale ricorda che è lo stesso che fece ricorso contro il taglio del suo vitalizio come ex parlamentare.
Sempre un leghista, il trentino Sergio Divina, mentre le province vanno scomparendo, ne vuole istituire una nuova di zecca, la Provincia Autonoma Ladinia, per difenderne la specificità linguistica e ricordarne l’appartenenza alla Contea asburgica del Tirolo. La Provincia di Belluno vuole allargarsi e raccogliersi dentro al nome di “Belluno-Feltre-Pieve di Cadore-Dolomiti”. Nelle Marche, Marotta, in provincia di Ancona, aspira a diventare Comune a sé.
Scendendo per lo Stivale incontriamo le velleità di Liternum, in Campania: non vuole più sottostare al Comune di Giugliano. Il referendum autorizzato dalla Regione è pronto: il nome di Liternum è il più gettonato, ha sconfitto i pur seducenti nomi di Costa dei Sogni, Napoli Marittima, Domitia, Scipio. Vicino Bari, Palese Macchie vuol diventare Comune. In Sicilia è tutto un proliferare di iniziative. Vogliono un sindaco Montemare, presso Messina, Pioppo, Palermo, Cassibile, Siracusa, Piano Tavola, Catania. Lì vicino, l’Aci Trezza descritta nei Malavoglia vuol staccarsi da Aci Castello, peraltro vicinissima a Catania. Vorrebbe aggiungersi agli attuali 8.092 comuni presenti sul territorio nazionale, di cui 1.970 sono al di sotto dei mille abitanti. Le province superstiti sono invece 110, 36 delle quali sono sotto i 300 mila abitanti.
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