“La Carfagna? Non le conviene andarsene”: torna lo spettro delle intercettazioni hard con il duo Gelmini-Brambilla

Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Maria Vittoria Brambilla

Via dal Parlamento, dal Pdl e dal ministero: se davvero Mara Carfagna facesse l’en plein di addii come promesso, forse non si toglierebbe di torno uno spettro che la segue da due anni. Si tratta delle intercettazioni hard, presunte e mai pubblicate sui giornali, quelle con la coppia di ministre Gelmini-Brambilla. In quelle telefonate sembra che parlassero di come “deliziare” il dopo-lavoro di Silvio Berlusconi.

Secondo quanto scrive Fabrizio d’Esposito sul Riformista tra Palazzo Chigi e Palazzo Grazioli le voci di corridoio rimbombano sul ministro delle Pari Opportunità più o meno così: «Mara? Non le conviene andarsene…».

Si fa presto a captare il riferimento, proprio a quelle intercettazioni, a quei consigli tra donne sul sesso orale. Alcuni paragonarono Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Michela Vittoria Brambilla a un trio degno di Monica Lewinsky che fece tremare lo studio ovale all’allora presidente Usa Bill Clinton. Dagospia disse che «l’Apocalisse era vicina». Altri si indignarono perché Lady Carfagna era arrivata dai palchi tv al ministero, forse passando per altre stanze.

Allora il premier Berlusconi decise un giro di vite sulle intercettazioni e a fatica, dopo qualche mese, il sexgate all’italiana scemò. L’Espresso, che doveva diffondere le intercettazioni, non pubblicò nulla. E adesso, se il ministro Carfagna, la “Signora” come l’ha chiamata irato il premier dopo aver saputo del bye bye annunciato, andasse via davvero cosa le ritornerebbe come un boomerang se non questo fantasma hard?

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