Clemente Mastella vs Nunzia De Girolamo: “Avessi detto come lei sarei in galera”

Clemente Mastella vs Nunzia De Girolamo: “Avessi detto come lei sarei in galera”
Nunzia De Girolamo Dice Clemente Mastella: “Avessi usato il suo linguaggio, sarei in galera”

Clemente Mastella, capo dell’Udeur e già ministro della Giustizia, nota la differente reazione da parte dei giornali,  del mondo politico e della magistratura rispetto alle cose dette dal ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo a confronto con l’atteggiamento tenuto vero la famiglia Mastella.

Nel 2008, Sandra Lonardo, sua moglie, fu arrestata e Clemente Mastella, travolto dallo scandalo, si dovette dimettere da ministro della Giustizia determinando poi la caduta del Governo Prodi.

Intervistato da Vincenzo Iurillo del Fatto, Clemente Mastella, aiutato dal tempo passato che sfuma i dettagli della memoria, ha detto:

“Ci accusarono di fatti di una consistenza molto modesta rispetto a quelli che ho letto”

sul Fatto, dove lo stesso Vincenzo Iurillo ha riportato la trascrizione delle registrazioni fatte in casa De Girolamo. Dice ora Mastella:

“Non mi fu risparmiato nulla. Ma ho smesso di lamentarmi. Anche se un po’ mi rode di essere stato considerato, io e solo io, una specie di anomalia del sistema”.

Non è giusto, osserva Mastella riferendosi alle parole di Nunzia De Girolamo,

“che si discuta in sedi private e in quel modo di questioni di rilevanza pubblica”.

Non potendo negare di avere fatto lo stesso, Mastella però lamenta che

“quello che per gli altri è normale per me diventa anormale. […] Fosse toccato a me [un fatto come le parole dette dalla De Girolamo] mi avrebbero messo in galera con grande rumore. Invece i protagonisti di questa vicenda hanno goduto di una indulgenza mediatico- giudiziaria che io non ho avuto. Sono contento che ne abbiano beneficiato”.

Il discorso si allarga alla

“differenza di trattamento tra il mio volo di Stato del 2006 e quello della Boldrini. E non parlo del piano giudiziario”.

In effetti la De Girolamo può vantare di non essere indagata, almeno per ora, per il contenuto di quelle registrazioni.

Riporta il Fatto che la De Girolamo ha replicato alle rivelazioni

“annunciando azioni legali a tutela della propria onorabilità e ribadendo di non essere indagata”.

Come ormai usuale in Italia, se una cosa non ha rilevanza penale automaticamente diventa lecita sul piano morale. Le regole dell’etica le danno i giudici, anzi i pubblici ministeri, come se, oltre alle leggi penali non esistessero anche regole morali altrettanto chiave per una società.

Il parallelismo tra il caso Mastella e quello della De Girolamo, due donne in politica, dure, decise e con la lingua tagliente, colpisce  Vincenzo Iurillo che ci elabora, ricordando a Clemente Matella:

“Tra le ragioni dell’arresto di sua moglie, una frase al telefono in cui diceva che il manager di una Asl era “un uomo morto”.

Replica Mastella:

“Fu chiesta una verifica all’Accademia della Crusca per chiarire l’autentico significato dell’espressione. Credendo che nascondesse chissà quale minaccia, quando mia moglie intendeva soltanto dire che con quel manager – che purtroppo poi qualche anno dopo è morto davvero – non intendeva avere niente a che fare. Poi leggo il linguaggio della De Girolamo… Beh, in bocca a un uomo ‘v a f f a n c ulo’ ci può stare, ma in una signora denota una certa carenza di stile…”.

Quanto a Nunzia De Girolamo, ricorda Vincenzo Iurillo,

“si è scoperto che nel 2012 è stata registrata di nascosto mentre a casa del padre e in compagnia dei vertici Asl e dei suoi più stretti collaboratori, ordina controlli contro ospedali “sgraditi”, discute di come orientare la gara del 118, tratta le ubicazioni di presidi sanitari secondo il criterio della “vicinanza” dei sindaci.

Le trascrizioni, pubblicate dal Fatto,

“si trovano in un’i n f o rmativa della Finanza allegata a un’inchiesta per truffe e malversazioni nella sanità pubblica”.

 

 

 

 

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