ROMA – M5s contro Verdi, scoppia la polemica sulle concessioni balneari. Ad aprire le ostilità è il verde Angelo Bonelli che nelle pieghe della legge di stabilità trova un emendamento presentato dai deputati grillini Colletti, Agostinelli, Turco, Sarti, Bonafede, Ferraresi, Businarolo, Micillo, Castelli, Caso, Cariello, D’Incà, Currò, Brugnerotto, Sorial che “sospende il pagamento dei canoni per le concessioni demaniali marittime sino alla data del 30 settembre 2014, in attesa di una normativa “chiara e congrua”.
Emendamento che Bonelli non gradisce e su cui attacca:
“Ricordiamo ai deputati del M5s che in Italia c’è una vera e propria Spiaggiopoli. Nel corso degli anni nel nostro Paese sono state concesse 30 mila concessioni sul demanio marittimo legate a 15 mila stabilimenti balneari che insistono su 600 comuni costieri. Il tutto è avvenuto gare di evidenza pubblica: le concessioni sono passate nel corso degli anni da padre in figlio o cedute attraverso la creazione di società di gestione di servizi”
Immediata e risentita la replica del Movimento 5 Stelle:
“Nessun condono, nessun favore, nessuno sconto. Sulle concessioni demaniali marittime i Verdi vanno fuori bersaglio e dimostrano perché sono ridotti a percentuali di consenso da prefisso telefonico. Sorte inevitabile per chi negli ultimi decenni ha occupato i palazzi della politica riempiendosi la bocca con spot e slogan senza mai tirarsi su le maniche per lavorare”.
“Il governo si prepara a stangare i soliti noti, qualche centinaio tra i concessionari, che vedranno aumentare i canoni anche del 300-400% – aggiungono – Mentre i furbi, come al solito, la faranno franca. Perché? Semplice: il settore non è monitorato a dovere e lo Stato non ha contezza di chi paga quanto. I dati dovrebbero convergere sul Sid (Servizio informativo demaniale) presso il ministero dei Trasporti. Ma oggi questo registro non è aggiornato ed è di difficile consultazione. Le amministrazioni competenti sono inadempienti sul fronte dell’inserimento dati e, quindi, non è possibile fare alcuna politica perequativa sui canoni”.
I deputati M5S aggiungono:
“Il settore comprende 30mila piccole imprese con 10mila addetti e non va criminalizzato. Tra l’altro pagano l’Iva al 22% invece che al 10% come tutte le altre imprese turistiche. Mentre i Verdi continuano a chiacchierare, noi abbiamo chiesto nove mesi di tempo non per tergiversare, ma per fare. Non a caso abbiamo promosso nel frattempo un’indagine conoscitiva sul tema inCommissione Finanze, anche per chiarire quali sono gli organi coinvolti. E stiamo preparando un’interpellanza urgente ai ministeri competenti”.
“Nessuno vuole sanatorie o cementificazioni – chiudono i deputati del MoVimento – Vogliamo scoperchiare un verminaio che testimonia l’inefficienza del nostro Stato e la connivenza dei partiti. Vogliamo entrare nel merito, riordinare la materia e arrivare, magari, a una legge quadro che metta ciascuno di fronte alle proprie responsabilità. Lo scopo è avere un sistema di canoni finalmente equo e progressivo, come impone l’articolo 53 della Costituzione”.
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